"Se vince la mafia. Tra le pagine per dire no"

Lo scrittore Davide Mattiello incontra le cinque classi terze della ‘Bonifacio’. Ecco le riflessioni dei giovani reporter

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Lo scrittore Davide Mattiello ha incontrato le cinque classi terze della scuola “Giovanni Bonifacio”. L’evento, organizzato a distanza, ha consentito agli studenti di interagire con l’autore del libro letto in classe ‘Se vince

la mafia’, edito da Einaudi Ragazzi. Davide Mattiello ha raccontato le sue esperienze di vita fino al suo impegno nell’associazione Libera contro le mafie. Gli alunni gli hanno rivolto domande sul romanzo e sul mestiere dello scrittore. Le rielaborazioni del romanzo proposte dagli alunni delle classi III C e III D.

Se vince la mafia

Davide Mattiello ipotizza un futuro dominato dai mafiosi. Il romanzo è ambientato in un futuro distopico dominato dai mafiosi. Nel 2112 in un carcere, il giovane Jonny sdraiato sulla sua branda riflette sul perché sia stato imprigionato, senza trovare risposta. All’esperienza del giovane prigioniero si intrecciano le vicende di persone sottomesse dalla mafia: una guardia che vuole ottenere una promozione, il direttore del carcere e la moglie che vogliono vendicare la figlia deceduta dopo un’operazione, il sicario ingaggiato per uccidere il chirurgo che ha operato la ragazza, che per reprimere il senso di colpa per un omicidio sbagliato usa l’eroina, legalmente venduta in farmacia, un padre e un figlio che vivono in povertà in un quartiere malsano a causa di una montagna d’immondizia abbandonata in una discarica a cielo aperto. Ma come è possibile che l’esistenza degli uomini sia così tristemente dominata “da una forza” cui il giovane protagonista non sa dare un nome? Johnny non sa rispondere a questa domanda perché per lui il mondo in cui vive è assolutamente normale: dal momento in cui il Codice penale è stato sostituito dal Codice d’onore, il potere della democrazia è stato cancellato a favore dei club, gruppi di persone che comandano sulle altre esercitando la paura. Attraverso un lungo dialogo con Alfredo Ranucci, un ex pubblico ministero che era stato in servizio una decina di anni prima che la mafia salisse al potere, il giovane riesce a fare luce sul passato, scoprendo che il mondo in cui sta vivendo è una realtà corrotta e ingiusta, in cui il male prevale sul bene e in cui il potere di decidere cosa è buono e cosa è cattivo ce l’ha chi comanda. Giovanni Falcone, Pio la Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa e Nino Agostino sono solo quattro tra le numerosissime vittime della mafia, persone che hanno cercato di combattere questo cancro al prezzo della loro vita. Il loro esempio e il loro ricordo devono essere per noi giovani un monito, perché, proprio come Falcone ha detto, “la mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”.

A cura della classe III D

(prof Silvia Rizzi)