Rosolina, i predoni delle vongole nella rete. Maxi sequestro lungo la Romea

Sei tonnellate e mezzo di semina di vongole sequestrate dalla Guardia di Finanza mercoledì all’alba sulla Statale

Il posto di blocco delle Fiamme Gialle lungo la Romea

Il posto di blocco delle Fiamme Gialle lungo la Romea

Rosolina (Rovigo), 14 settembre 2018 - Sei tonnellate e mezzo di semina di vongole sequestrate dalla Guardia di Finanza mercoledì all’alba sulla Statale Romea, a Rosolina. All’interno di quattro veicoli che sono stati fermati dalle Fiamme Gialle di Loreo c’erano 215 ceste di prodotto illegalmente raccolto e destinato non solo al mercato nero polesano ma anche alle limitrofe province di Venezia e Ferrara. Prodotto ricercatissimo in quanto in questo periodo dell’anno scarseggia sul mercato a causa del divieto di pesca in vigore.

L’operazione di mercoledì dei finanzieri di Loreo è una delle più rilevanti eseguite negli ultimi tempi nel settore. Un colpo per i commercianti abusivi di vongole che impedisce di immettere sul mercato prodotti ittici il cui valore supera abbondantemente i 45 mila euro. Ma solamente se si tiene conto del valore della semina. Le vongole infatti si riproducono dove trovano l’habitat ideale. Sono veri e propri allevamenti, come in agricoltura. Vengono seminate nei terreni sommersi quando superano il centimetro e non sono più preda di orate e granchi. Per il raccolto serve attendere un anno. E quando arriva il momento sei tonnellate e mezzo di semina di vongole diventano tonnellate di vongole veraci da vendere sul mercato italiano e straniero a prezzi ovviamente molto più alti rispetto al valore della semina.

Nelle lagune del Polesine hanno trovato fortuna intere famiglie. Dal punto di vista occupazionale, per una provincia di circa 250 mila abitanti, si tratta di una realtà importante. L’operazione portata a termine dalla Finanza mercoledì ha interrotto un traffico di novellame che sarebbe stato posto illecitamente sul mercato al prezzo medio di circa 7 euro al chilo e che avrebbe alimentato la filiera della vendita in nero. L’azione dei bracconieri, comunque, oltre ad aver provocato un grave danno all’ambiente lagunare avrebbe anche potuto seriamente arrecare distorsione alle regole di mercato in danno di quegli operatori responsabili e rispettosi delle norme. Ai conducenti degli automezzi, oltre a violazioni in materia di codice della strada, sono state comminate sanzioni relative per la disciplina nazionale e comunitaria sulla tracciabilità e sul commercio dei prodotti ittici per circa 16mila euro, aumentabili fino ad un massimo di 48 mila. Dopo i controlli veterinari il prodotto sequestrato è stato gettato nelle acque libere.