Polesine, la pioggia non frena la siccità del Po

Berselli segretario ADBPO: "Il problema è stato solo rimandato di 10 giorni. Serve una riduzione di prelievo del 20% sulle acque disponibili"

La situazione di secca nella sponda di Pontelagoscuro

La situazione di secca nella sponda di Pontelagoscuro

Rovigo, 30 giugno 2022 - Riduzione del 20% dei prelievi irrigui a livello distrettuale rispetto ai valori medi dell’ultima settimana. Si tratta della misura definita nell’ultima seduta dell'osservatorio crisi idriche odierno l'Autorità Distrettuale del Bacino fiume Po, questo al fine di sostenere le portate del Po nel tratto di valle per assicurare l’uso idropotabile delle province di Rovigo, Ferrara e Ravenna. Una misura per contrastare la risalita del cuneo salino, arrivato ormai a 30km, nelle acque superficiali e sotterranee riducendo, al contempo, i rischi di potenziali impatti negativi sullo stato ambientale dei corpi idrici. Le piogge di martedì 30 giugno ha in parte garantito un parziale ‘ristoro’ della portata del fiume, ma che rimane sotto quota e spostano il problema ai prossimi giorni. Nella Regione Veneto, le piogge hanno toccato anche i 58/60 mml, incrementando i livelli del grande fiume che in poche ore sono passati, in prossimità della foce a Pontelagoscuro (Ferrara) da 161 a 200 metri cubi secondo. Una situazione, però, che non cambia la già persistente situazione di siccità del fiume Po su tutto il tratto.

“L’incremento di portata - spiega Meuccio Berselli, segretario dell'Autorità Distrettuale del Bacino fiume Po - non risolve il problema del pesantissimo deficit esistente ma, di fatto, lo sposta, in avanti di una decina di giorni, scongiurando però, per ora, la massima conseguenza della siccità stagionale, ovvero un preventivo e dannoso stop al prelievo. Prelievi che comunque, nonostante la raccomandazione ai territori, decisa nel corso dell’ultima seduta dell’osservatorio permanente sugli utilizzi idrici insieme alle Regioni e ai portatori di interesse dei diversi settori, non sono stati effettuati nella misura del 20% sull’acqua disponibile, come stabilito (ma addirittura aumentati del 10%) e che, alla luce della pioggia di ieri, avrebbero contribuito in maniera determinante al raggiungimento di un livello tale (circa 300 mc/s) in grado di sollevare le necessità della gran parte delle aree considerate fino a luglio inoltrato riducendo così concretamente l’ingresso delle acque salmastre (oggi arrivate ad oltre 30 km dalla Costa Adriatica nel ferrarese e in Provincia Di Rovigo) ed evitando potenziali danni irreversibili ad agricoltura locale, habitat e biodiversità. Per queste ragioni-conclude Berselli-oggi servirebbe un prelievo sull’acqua precedentemente disponibile pari al 20% per poter equilibrare tutti gli utilizzi, proseguire l’attività irrigua e salvaguardare le zone più in sofferenza”.