Rovigo, spaccio di droga in centro, indagini chiuse per 19

L’inchiesta della Mobile coordinata dalla Procura

Un poliziotto porta via un sospettato (foto repertorio)

Un poliziotto porta via un sospettato (foto repertorio)

Rovigo, 6 ottobre 2017 - Spaccio di cocaina in città, l’inchiesta denominata «Mister Perfect» è chiusa. Gli indagati sono diciannove: i fratelli Denis e Desad Ahmeti, 27 anni e 25 anni, albanesi residenti a Rovigo; Enzo Andreotti, detto «Mome», 50 anni, di Rovigo; Valter Berisha, 26 anni, albanese residente a Begamo, che quando il sostituto procuratore Monica Bombana del tribunale di Rovigo ha disposto la notificazione dell’avviso di chiusura indagini, il 29 settembre scorso, risultava detenuto presso la casa circondariale di Bergamo; Nicola Chiarion Sileni, detto «Memo», 44 anni, di Arquà Polesine; Argon Cuni, 51 anni, albanese, almeno fino al 29 settembre in carcere a Cremona; Ismail Fida, 30 anni, albanese residente a Rovigo; Valentina Dal Vecchio, 31 anni, di Rovigo; Ionela Gorea, 34 anni, rumena domiciliata a Padova; Roberto Mantovani, 49 anni, di Rovigo; Alessandro Pavan, 30 anni, di Stanghella in provincia di Padova; Pietro Reale, 54 anni, di Rovigo; Matteo Stocco, 41 anni, di Adria; Martina Ferraresi, 33 anni, di Rovigo; Giulietto Tomanin, 42 anni, di Castagnaro, in provincia di Verona; Alessandro Bolognesi, 29 anni, di Stienta; Gabriele Crivellin, 25 anni, di Rovigo; Giorgia Previati, 30 anni, di Frassinelle; Sonia Zenobi, 52 anni, di Rovigo.

Il magistrato ha disposto la notifica il 29 settembre scorso. Solo dopo sarà fissata l’udienza preliminare nella quale il Gup dividerà gli imputati tra chi dovrà affrontare il dibattimento e chi no. Per alcuni il giudice potrebbe pronunciare sentenza di non luogo a procedere se giudicherà gli elementi acquisiti insufficienti, contraddittori o comunque non ideonei a sostenere l’accusa in giudizio. Le posizioni dei 19 indagati sono infatti molto differenti tra loro. A sei è contestato soltanto un episodio di spaccio: Stocco, Crivellin, Ferraresi, Reale, Previati e Bolognesi. Nettamente più pesanti le posizioni dei fratelli Ahmeti e di Chiarion Sileni ai quali sono attribuite decine di cessioni di droga. Nelle carte dell’inchiesta sono riportare molte intercettazioni telefoniche che raccontano di incontri giudicati dalla magistratura appuntamenti concordati tra gli acquirenti e i pusher. Secondo la procura di Rovigo la droga arrivava da Cremona, Verona e Padova. In Polesine finiva nelle mani di Denis e Desah Ahmeti che rifornivano prevalentemente Chiarion Sileni, già arrestato a settembre del 2016 con mezzo etto di cocaina in casa. Gli utenti finali erano commercianti, imprenditori, professionisti, giovani e meno giovani del capoluogo polesano. Lo scorso giugno il giudice per le indagini preliminari, Pietro Mondaini, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due Ahmeti, Berisha, Chiarion Sileni e Cuni. Solo obbligo di firma alla polizia giudiziaria per Andreotti e Fida. Qualche settimana dopo Chiarion ha fatto richiesta di riesame ed è uscito dal carcere. Dopo di lui la stessa istanza è stata presentata con successo anche da altri che erano nelle sue stesse condizioni.