Spari in classe a Rovigo, i sindaci polesani: "Un cambio di rotta perché non accada più"

Lettera aperta dei cinquanta sindaci della Provincia, tutti insieme chiedono una “profonda riflessione”

Rovigo, 27 ottobre 2022 – Una missiva arrivata ieri in serata a firma dei cinquanta primi cittadini del Polesine, inviata ai dirigenti scolastici, insegnanti, operatori del mondo scolastico, studenti e famiglie. L’intervento congiunto dei sindaci giunge a poche ore dalla pubblicazione del video dell’incredibile episodio balzato agli onori della cronaca e concernente il ferimento di una docente durante un’ora di lezione, ferimento tra l’altro ripreso da un telefonino di uno studente e fatto circolare in rete.

Un fotogramma estrapolato dal video choc
Un fotogramma estrapolato dal video choc

Rovigo, sparano alla prof in classe: sospesi. Preside: "È saltato il rispetto dell'adulto"

Colpisce in modo profondo -scrivono i sindaci - anche noi amministratori locali, impegnati nel propugnare valori di rispetto, tolleranza e reciproco riconoscimento, che risultano disattesi da comportamenti così intollerabili. La scuola è una delle chiavi del presente e del futuro di questo paese e in quanto “Istituzione” non è accettabile che venga messa alla gogna per episodi che di goliardico non hanno nulla, ma che sconfinano in reati punibili dalla legge. Il fatto che una docente venga colpita, nell’esercizio del suo lavoro, da colpi di pistola ad aria compressa, ci obbliga a interrogarci su diverse questioni: perché chi lavora per formare e costruire coscienze e intelligenze viene denigrato, umiliato a tal punto? Perché queste degenerazioni non possono essere prevenute? Quali meccanismi scattano, per cui figure istituzionali così importanti in una società vengono vilipese? Nel portare la nostra solidarietà alla docente ferita, così come nel ribadire un grande rispetto per i dirigenti, gli insegnanti e gli operatori del mondo della scuola, chiediamo allora ai ragazzi e alle loro famiglie una profonda riflessione”.

Nel merito i sindaci aggiungono come: “La scuola costruisce le fondamenta della nostra società, una società tanto più sana, giusta e forte quanto più gli insegnamenti e i messaggi educativi possono penetrare nei cuori e nelle menti dei ragazzi. La scuola non è un cattivo censore, istituita per punire, ma per valutare le qualità dei giovani, troppo spesso ovattati in un iper-protettivismo che non consente la corretta valutazione dei percorsi di crescita e di apprendimento, offrendo piuttosto giustificazioni o banalizzazioni di comportamenti gravi. La scuola costituisce l’edificio che avvia e cementifica i rapporti, che crea amicizie e relazioni durature che valgono per una vita intera. La scuola non alza barriere ma costruisce ponti, consente la condivisione di obiettivi, è un mondo che non esclude ma coinvolge. Occorre ricostruire un clima di rispetto e di solidale collaborazione, consci che tutte le componenti di una comunità (famiglia, associazionismo, istituzioni, scuola) rappresentano un tassello fondamentale in un percorso educativo”. La lettera aperta dei sindaci si conclude con un auspicio: “Un raddrizzamento di rotta, per far sì che episodi come questo, che infangano il nome dell’intera scuola polesana, che in molteplici frangenti ha saputo far parlare di sé per la propria qualità, non si ripetano più. Famiglie e ragazzi, date un messaggio forte di rispetto e civiltà. Fate sentire la vostra voce affinché una singola nefanda vicenda non faccia più rumore dei tanti straordinari momenti che inorgogliscono voi e ci fanno rendere orgogliosi del nostro sistema scolastico”.