Stupro Rovigo, violentò anziana. Condannato a sei anni e mezzo

Ieri la decisione per il marocchino autore della violenza nel 2012. A incastrarlo fu il dna schedato in un successivo episodio del 2017

Le comparazioni sono state effettuate dai carabinieri del Ris di Parma

Le comparazioni sono state effettuate dai carabinieri del Ris di Parma

Rovigo, 21 febbraio 2020 - Un ’cold case‘ tutto polesano di violenza sessuale si è chiuso ieri con una condanna da parte del Collegio del tribunale di Rovigo di 6 anni e 6 mesi nei confronti di Abdelkader El Hirech, 46 enne marocchino accusato di aver violentato e rapinato un’anziana a Castelnovo Bariano nel 2012.

Sembrava dovesse rimanere un delitto irrisolto e invece è arrivata la sentenza di primo grado (dunque non definitiva) a distanza di anni grazie all’intuizione di un carabiniere in servizio a Castelmassa e della tecnologica che permette di raccogliere il dna anche da microscopiche tracce biologiche.

Una donna il 18 febbraio del 2012 sarebbe stata violentata a Castelnovo Bariano da un nordafricano entrato dalla finestra della sua camera da letto a volto coperto dopo aver rotto il vetro. L’indagine era stata archiviata perché non c’era alcun testimone a parte la persona offesa, sconvolta dall’accaduto. Le tracce biologiche prelevate dagli indumenti della vittima non avevano dato alcun riscontro in banca dati, almeno fino a quel momento.

Anni dopo però, nel 2017, c’è stato un nuovo procedimento per tentata violenza sessuale sempre in Polesine. Anche in quel caso è stato fatto il prelievo delle tracce biologiche ma in quell’occasione l’esito è stato positivo perché nel frattempo, per altri reati, il profilo genotipico dell’aggressore era stato memorizzato. Nella compagnia carabinieri di Castelmassa ad uno degli inquirenti è venuto in mente di chiedere il confronto anche con il caso del 2012 e la sua intuizione è stata premiata.

Secondo il reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Parma si tratta della stessa persona. Cioè, la probabilità che il profilo genotipico rilevato e combaciante sia di un soggetto diverso il cui profilo è ancor più simile a quello rilevato nel 2017 è data dalla frazione tra il numero uno ed una potenza di dieci talmente elevata da rendere quasi solamente scolastica la possibilità che si tratti di un errore. Questo è stato ampiamente spiegato ai giudici durante l’udienza di due settimane fa. Il presidente del Collegio Angelo Risi infatti non ha avuto dubbi e assieme ai due colleghi ha deciso per la condanna. Non è bastata la tenace difesa dell’avvocato Susanna Travagli.