Superstrada Transpolesana, Prando: "Serve fino al mare"

Zona economica speciale, la richiesta del sindaco di Lusia. "La viabilità è ferma per campanilismi"

Il sindaco di Lusia, Luca Prando

Il sindaco di Lusia, Luca Prando

Rovigo, 29 ottobre 2019 - Alla Zes sono interessati anche alcuni Comuni che non rientrano nella fascia di competenza altopolesana, ma che in ogni caso sono fruitori di quell’indotto economico. E’ il caso di Lusia, il paese sede di una delle centrali ortofrutticole più grandi d’Italia, il cui sindaco Luca Prando ha partecipato alla riunione in prefettura durante la quale è stato lanciato il progetto ideato da Confindustria Venezia- Rovigo. «Sono aggiornato sull’iter del progetto – afferma Prando – e sono convinto che se andasse in porto sarebbe un’opportunità per tutto il Polesine, solo che la vedo dura». Perché? «Perché manca la volontà del governo centrale e quindi credo che si sia bisogno di una concertazione tra le parti. Auspico che si trovi un accordo, però di accordo politico si parla perché il Polesine possa usufruire di questa legge speciale, della quale abbiano assoluta necessità».  

Il presidente della Provincia Ivan Dall’Area pensa a un’azione forte a Roma per sbloccare lo stallo. Che ne pensa? «Sono d’accordo con lui. Ogni azione che il territorio può mettere in campo e che rappresenti la necessità e la volontà di tutti i sindaci, va appoggiata. Credo che tutti i miei colleghi, gli amministratori e i rappresentati delle aziende debbano farsi carico di questa iniziativa».

C’è una polemica in corso tra la consigliera regionale di Italia in Comune, Patrizia Bartelle e l’assessore Roberto Marcato sul fatto che Rovigo sarebbe la parente povera di Marghera in tutta l’operazione. La Regione, secondo lei, sta garantendo gli interessi del Polesine? «Per quanto ho potuto toccare con mano, la Regione si è comportata bene, poi non essendo sindaco di un Comune non direttamente interessato, certo non dispongo del quadro completo, però credo fortemente che a Venezia stiano facendo il proprio dovere». La Zes richiederebbe una rimodulazione della viabilità in alto Polesine e non solo e anche l’istituzione di una ferrovia come qualcuno suggerisce. Tutto fattibile? «Credo che questi siano elementi importanti. Migliorare e implementare la rete viaria significherebbe cerare un’attrattiva per le aziende che vogliono insediarsi in Polesine. E anche la ferrovia servirebbe, cioè la creazione di un sistema per decongestionare il traffico sulle strade e spostare le merci dalla gomma alla rotaia, è un tema da approfondire e su cui continuare a lottare». Manca però il completamento sella superstrada Transpolesana fino al mare. Ritiene che questo sia un grave handicap? «Certamente. Abbiamo una viabilità che si è fermata, per una serie di motivi che tutti consociamo. Ritengo quindi che se ci fosse il prolungamento della superstrada fino alla strada statale Romea e quindi fino al mare, sarebbe un ulteriore fattore per facilitare il commercio con altre regioni».

E quindi una possibilità in più per lo sviluppo economico dell’area. Lei è ottimista, pessimista o realista sull’ottenimento sulla Zes? «Sono ottimista per carattere, voglio esserlo anche per questa proposta di legge. E sono soprattutto profondamente convinto che la Zona economica speciale rappresenta un imperdibile volano di sviluppo per il nostro territorio, che spero faccia un salto di qualità e riesca così a inserirsi in un contesto economico e sociale migliore».