Trecenta, stroncato da infarto. Nel mirino i soccorsi, 5 indagati

Lunedì fissata l’autopsia sul corpo di Ivo Ferrari, 58 anni

La Procura sta verificando l’operato dei soccorritori

La Procura sta verificando l’operato dei soccorritori

Rovigo, 2 dicembre 2017 - Sono cinque le persone iscritte sul registro degli indagati in relazione alla morte di Ivo Ferrari, macellaio residente a Quatrelle, frazione di Felonica (Mantova), stroncato da un arresto cardiaco venerdì 24 novembre.

Si tratta degli operatori del 118 e dell’equipaggio delle ambulanze che hanno soccorso il paziente, un atto dovuto proprio per svolgere nel migliore dei modi le indagini. Il fascicolo è aperto per «responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario». Lunedì intanto verrà effettuata l’autopsia sul cadavere. L’ha disposta il pubblico ministero che ha aperto l’inchiesta della procura di Rovigo, Andrea Girlando.

In particolare occorre chiarire le modalità dei soccorsi. Il giorno dopo il fratello e la madre di Ivo Ferrari si sono presentati alla compagnia dei carabinieri di Castelmassa. Secondo il racconto del fratello, Ivo Ferrari quel giorno si è sentito male attorno alle 18. Si è sdraiato sul divano e la madre ha chiamato il 118. È arrivata un’ambulanza, con tre volontari a bordo, da Pieve di Coriano (Mantova), successivamente non è tornata nell’ospedale mantovano con il paziente a bordo, ma ha varcato il ponte sul Po giungendo quindi in provincia di Rovigo.

Il mezzo di soccorso sarebbe rimasto bloccato ai piedi del ponte a Ficarolo per un po’ di tempo, circa mezz’ora sostengono i familiari della vittima.

Vista la gravità della situazione infatti era stato chiesto l‘intervento di una seconda ambulanza, giunta dall‘ospedale di Trecenta.

Inutili i tentativi di soccorso però da parte del medico rodigino che ha fatto di tutto per salvare l‘uomo. Ivo Ferrari è morto al nosocomio di Trecenta. Il fratello Loris è intenzionato a capire perché l’ambulanza non ha proseguito fino a Trecenta e ha atteso l‘arrivo di un altro mezzo di soccorso. La mamma ora è assistita dall’avvocato Barbara Bisaglia.

«Nessuno mi restituirà Ivo – dice il fratello Loris – , ma voglio solo che sia fatta giustizia. E che a nessun altro succeda quello che è successo a me. È un dolore troppo grande. Ivo ha una macelleria accanto alla sua abitazione. È un omone di oltre un quintale. Venerdì attorno alle 18 si è sentito male. Aveva fatto un piccolo sforzo e sentiva dei dolori al petto. Si è sdraiato sul divano e a quel punto mia madre preoccupata ha chiamato il 118». Nel frattempo i carabinieri, su disposizione della procura di Rovigo, hanno acquisito, ascoltato e trascritto tutte le conversazioni utili al numero di emergenza chiamato da chi ha lanciato l’allarme. Per gli inquirenti è importante capire cos’era stato chiesto, come era stata spiegata la situazione per individuare eventuali responsabilità. Al momento il fascicolo è ancora a Rovigo anche se potrebbe per competenza essere spostato al tribunale di Mantova, dipende dall’evolversi delle indagini.