"Troppi rischi in corriera, bene il Green pass"

La maggior parte degli studenti favorevole al nuovo obbligo: "C’è meno gente sui mezzi, ma la distanza difficilmente viene rispettata"

Migration

L’estensione dell’obbligo del green pass ’base’, quello che si può ottenere anche con un tampone, al trasporto pubblico divide i pendolari. La maggior parte si sente più sicura visto che, dal 6 dicembre, per viaggiare su bus, corriere e treni regionali, sarà necessario avere quantomeno il tampone. C’è anche qualche contrario, tra chi ritiene che sia sufficiente indossare la mascherina. "Bisognerebbe essere liberi di scegliere – interviene Carolina Nastas, in attesa del bus –, non approvo il super green pass perché limita fortemente gli spostamenti. Voglio essere libera di scegliere se, e quando, fare il vaccino o il tampone. Secondo me credo che il Covid sia stato eccessivamente demonizzato". "Sono a favore del vaccino – afferma Ornella Salvan –. Tutela tutti e ci fa sentire più sicuri. Con le nuove restrizioni, per i non vaccinati, mi sento più tranquilla a usare i mezzi pubblici, anche considerando il significativo aumento dei contagi. In ogni caso, cerco sempre di evitare gli assembramenti". "Secondo me – dice Emma Tosarin – vaccinarsi è la scelta giusta. La situazione epidemiologica è preoccupante, dobbiamo fare di tutto affinché non accada il peggio. Chi non ha il green pass non deve poter accedere ai mezzi, ne va della salute di tutti. Tutti i giorni prendo la corriera per andare e tornare da scuola: dal 6 dicembre trascorrerò i viaggi più serena". "Saliamo in corriera – raccontano Riccardo Bertelli e Tommaso Poli – tutti i giorni, per percorrere il tragitto da casa a scuola. Più passeggeri sono vaccinati più il rischio di contagio diminuisce. Bisogna fare tutto il possibile, altrimenti questa pandemia, con la quale conviviamo da quasi due anni, non finirà mai. Le corriere non sono più piene come un tempo, ma il metro di distanza non c’è: molti si siedono tranquillamente uno a fianco all’altro. C’è anche chi si siede vicino al conducente, anche se non si potrebbe". "Ho ricevuto la seconda dose a luglio – spiega Sascha – salvo controindicazioni del medico, il vaccino va fatto. Mi sento più sicuro ad andare in corriera, con la consapevolezza che tutti dovranno essere almeno tamponati". "Non ho paura di essere contagiato – commenta Johnny –, basta usare le precauzioni. Sono vaccinato per vivere con più libertà, ma non attacco chi fa una scelta diversa". "Non si sa mai chi sale sui pullman – dicono due signore –. Noi abbiamo fatto la nostra parte: abbiamo ricevute le prime due dosi e siamo protette. Ci sentiamo più tranquille e abbiamo diritto a viaggiare in sicurezza". "Al mattino mi alzo presto – racconta un autista – e faccio con passione il mio lavoro, mi piace interagire con le persone. Con le nuove norme, dovendo controllare tutti, avremo un surplus di lavoro. Per di più, a livello umano, mi pare brutto lasciare una persona che ha bisogno a piedi, solo perché non ha il green pass. La situazione non è gestita nel migliore dei modi e a pagare sono sempre i più umili. Ho notato che le persone sono molto più pessimiste".

Giacomo Capovilla