Rovigo, l’ultima trasferta del truffatore, incubo degli anziani nella rete

Si era fatto consegnare collane, bracciale, un orologio e 750 euro in contanti

Il dirigente della questura Bruno Zito (foto Donzelli)

Il dirigente della questura Bruno Zito (foto Donzelli)

Rovigo, 5 maggio 2018 - La squadra mobile della questura, coordinata dal dirigente Bruno Zito, ha arrestato Flavio Dino Moccia, 28 anni, originario di Avellino ma residente a Castello di Cisterna, in provincia di Napoli. È indagato di truffa ed ora si trova ai domiciliari.

Il malvivente il 27 marzo scorso si era fatto consegnare i gioielli raggirando una coppia di anziani. Si era presentato a casa dei due coniugi, in pieno centro a Rovigo, non lontano da piazza Merlin, dicendo ai due che un loro caro si trovava in stato di fermo in caserma dai carabinieri a seguito di un incidente stradale. Il giovane napoletano fingendosi avvocato aveva assicurato alla coppia, preoccupatissima, che con duemila euro sarebbe stato subito liberato il fratello più giovane di uno dei due. In casa non c’erano soldi ma il giovane senza scrupoli si è accontentato di farsi consegnare cinque collane, un bracciale ed un orologio di valore, più circa 750 euro in contanti. Gli agenti della polizia di Stato però, coordinati dal dirigente Bruno Zito, dopo un’accurata indagine alla vecchia maniera, senza intercettazioni telefoniche, ma basandosi sulla ricostruzione dei due anziani truffati, sono riusciti ad arrestare il 28 enne originario di Avellino ma residente in provincia di Napoli. Il giudice per le indagini preliminari, Alessandra Martinelli, ha poi emesso la misura cautelare nei confronti dell’indagato ed ha disposto gli arresti domiciliari. All’attività della Mobile è stato molto utile anche il lavoro svolto dai poliziotti delle Volanti, sempre della nostra questura, che hanno raccolto le testimonianze degli anziani con scrupolo e precisioni.

Infatti la coppia, dopo che il sedicente avvocato se n’era andato, ha iniziato a farsi delle domande, a verificare, e presto i due hanno capito di essere stati truffati. Il metodo utilizzato da chi porta a termine questo tipo di truffe segue spesso uno schema consolidato, la visita del finto avvocato è preceduta da una telefonata. E da qualche giorno di appostamento per studiare i dintorni e le loro prede. Si tratta infatti di pendolari della truffa che spesso arrivano da lontano e al termine del loro piano se ne tornano a casa. Questa volta però, in coordinamento con altre questure, gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti a ottenere l’arresto e la custodia cautelare per l’indagato che ora, con ogni probabilità subirà il processo al tribunale di Rovigo.