"Truffe agli anziani, mai aprire agli sconosciuti"

Triplicate rispetto al 2019, Bruno Zito, capo della divisione anticrimine: "Da 10 a 30 i casi segnalati, le vittime hanno tra i 65 e gli 80 anni".

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di Mario Tosatti

Nel post Covid-19 aumentano i casi di truffa ai danni degli anziani. La Polizia di Stato: "Sono fondamentali semplici, ma importanti comportamenti di prevenzione". Si è tenuta nella sede della questura di Rovigo, una conferenza stampa sul tema della truffa ai danni degli anziani, per i casi avvenuti nella Provincia polesana. Tra i dati comunicati emerge come nello stesso periodo, dal 1 giugno a inizio agosto, i casi segnalati di truffa sono passati dai 10 del 2019 ai 30 di quest’anno, le vittime sono di età compresa circa tra i 65 e 80 anni. Tra questi truffati c’è chi ha perso fino a 100mila euro. Un dato, quindi, che triplica e conferma come diventa necessario sempre più una preventiva attenzione dei cittadini, specificamente quelli della terza età.

Bruno Zito, capo della divisione anticrimine, spiega: "Riteniamo importante ribadire di fare attenzione a questi reati, cosa indispensabile sono le azioni di attenzione che ogni persona deve tenere per ovviare le truffe. In questo periodo, dove i centri urbani tendono a svuotarsi per il periodo estivo e delle ferie, notiamo come le persone anziane siano vittime di questi truffatori. La prima regola è quella di non aprire a nessuno che non abbia un appuntamento fissato e formalizzato. C’è stato un incremento di questi reati rispetto al 2019. Quindi la prevenzione parte da semplici e importanti consigli utili. Noi siamo sempre al fianco dei cittadini. La truffa ‘porta a porta’ non sempre è facile da scoprire, ma la grande attenzione degli agenti ha permesso di fermare questi truffatori. A supporto di questo lavoro di pattugliamento e controllo, abbiamo avuto la presenza anche di alcune squadre del reparto anticrimine di Padova". Sulla stessa linea d’onda il capo della squadra mobile Gianluca Gentiluomo: "I reati più frequenti sono quelli che avvengono tra le mura domestiche. Il servizio ‘porta a porta’, nell’era di internet e canali web, molte società l’hanno abbandonato da tempo e le società di servizi non mandano persone a domicilio. E quando pretendono denaro o addirittura gioielli, asserendo a fantasiose teorie fuorvianti, basta una telefonata ai numeri di emergenza o alla società stessa, per capire se è un tuffatore. Solitamente si presentano come tecnici del gas, acquedotto, energia elettrica o altro. Un’altra truffa, concluso con l’arresto, è quello del finto avvocato, che si presenta ben vestito e spaventa l’anziano asserendo di un presunto incidente a un proprio caro". In conclusione il sostituto commissario Annalisa Formaglio aggiunge come "ai casi di truffa tra le mura domestiche, seguono anche quelli nei luoghi degli esercizi pubblici, quali uffici postali o banche. O in autobus, bicicletta o automobile, a piedi. In quest’ultimo caso ci sono donne che si mostrano affettuose, per poi distrarre le persone e sottrarre denaro o oggetti di valore".