Rovigo, Università. Tagli ai fondi, lezioni a rischio

Il taglio del contributo metterebbe a rischio corsi e lezioni

L’accoglienza degli studenti in occasione dell’university day Tante le matricole di Padova

L’accoglienza degli studenti in occasione dell’university day Tante le matricole di Padova

Rovigo, 9 novembre 2018 - «Per salvare il Consorzio universitario, modificare subito lo Statuto e fare entrare nuovi soci provenienti anche da Padova». Il sindaco Massimo Bergamin, ieri mattina, è  intervenuto sulla spinosa questione dell’università che, secondo i sindacati, rischia di ritrovarsi presto con corsi ridotti e una drastica riduzione degli iscritti. Voci di corridoio parlano della volontà della Fondazione Cariparo, principale sostenitrice del Cur, di ridurre il contributo versato fino ad ora.

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Attualmente infatti, i tre soci del Consorzio (40% Comune, 40% Provincia e 20% Camera di Commercio) versano rispettivamente 45, 20 e 90mila euro per sostenere l’università. Il contributo più importante arriva dalla Fondazione Cariparo che ogni anno regala all’università più di 800mila euro. Una riduzione del 20% di quest’ultima somma metterebbe, di sicuro, il Consorzio in ginocchio  e lo costringerebbe, di conseguenza, a ridurre l’offerta formativa, attualmente possibile grazie alla collaborazione con l’ateneo di Ferrara e Padova. In questi giorni, ad evidenziare le difficoltà finanziarie del Cur,  i sindacalisti Paolo Zanini (Cgil Fp) e Cristina Garbin (Uil Fp). Cinque  dei 12 dipendenti del Cur hanno infatti dichiarato lo stato di agitazione e, sostenuti da Cgil e Uil, sono pronti a sedersi al tavolo del prefetto per chiedere, dopo 15 anni di precariato, la stabilizzazione contrattuale.  Reduci da decine di contratti a termine stipulati con il Consorzio, dal primo gennaio, rischiano di ritrovarsi senza lavoro.

Il loro contratto non è infatti piu’rinnovabile. I dipendenti sono anche pronti a scioperare, con ripercussioni sui corsi del Cur. «Ci accorgiamo solo adesso che al Cur ci sono, da 15 anni, cinque precari in servizio nella segreteria, nella biblioteca e nelle aule di viale Porta Adige e via Marconi ? – dice il sindaco –. Trovo vergognosa questa situazione. Il Comune, socio del Cur, non ha nessuna intenzione di girarsi dall’altra parte davanti al dramma di queste 5 famiglie. Ecco perché chiediamo agli altri soci, Provincia e Camera di Commercio, di sedersi al tavolo per trovare una soluzione, non solo per i 5 dipendenti, ma anche per il futuro dell’università che sta rischiando grosso. Il problema andava risolto prima, non a metà novembre con un contratto che scade il 31 dicembre. La nostra volontà è sempre stata quella di modificare lo statuto e fare entrare enti locali anche di altre province. Non stiamo infatti parlando dell’università di Rovigo, ma dell’ateneo del Polesine e anche di buona parte della provincia di Padova». «Dobbiamo decidere cosa vogliamo fare in Polesine dell’università  - ha concluso il sindaco - andando avanti di questo passo, rischiamo di perderla. Serve subito una presa di coscienza da parte del Consorzio, un atto di responsabilità nei confronti dei dipendenti e anche dei  nostri giovani che senza università sarebbero costretti a trasferirsi in altre provincia per formarsi».