Vanni Tonizzo morto, addio al deputato che aveva il Polesine nel cuore

Aveva 71 anni, si battè per la ricostruzione degli argini dopo la piena del Po in Basso Polesine

Vanni Tonizzo aveva 71 anni

Vanni Tonizzo aveva 71 anni

Rovigo, 11 luglio 2020 - La città in lutto per la morte di Vanni Tonizzo, per anni deputato, uno dei fondatori della Lega Nord in Polesine. L’uomo, nato a Rovigo l’11 novembre del 1948, si era laureato in scienze politiche, e fin da subito aveva fatto dell’impegno al servizio della gente e del suo Polesine quella che si definire una missione. Appena laureato si era trasferito a Roma dove aveva fatto per alcuni anni l’imprenditore. Poi era tornato nel suo Polesine – la terra che aveva nel cuore – si era sposato con Francesca Fasiol titolare della storica farmacia di Arquà.

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Venne eletto alla camera dei deputati nel 1994. "Mio zio è sempre stato un sostenitore dei cacciatori e dei pescatori, dell’ambiente – è il ricordo di Valentina Noce assai addolorata per la sua scomparsa –. Queste battaglie erano una delle tante espressioni del suo fare politica che era sempre molto concreto. Era – prosegue la consigliera in Comune della Lega Nord – un grande innamorato del Polesine come lo era stato il padre il giornalista Adolfo Tonizzo, conosciuto da tutti con il soprannome di Ninì. Era un uomo di una sagacia e di un’ironia brillante, dotato di una profonda conoscenza storica, una virtù assai rara. Queste erano le caratteristiche che facevano la cifra di un uomo di notevole intelligenza".

I funerali verranno celebrati lunedì mattina, alle 11, nella chiesa dei Santi Francesco e Giustina. Saranno officiati da don Marino. Tra le navate si ritroverà per dargli l’ultimo saluto tutta la città, anche quei politici che magari non condividevano le sue idee ma ne stimavano l’impegno e il desiderio di usare il suo ruolo per contribuire allo sviluppo ed alla crescita della nostra provincia. "In queste ore – riprende Valentina Noce – tantissimi sono i messaggi di cordoglio arrivati da amici, conoscenti, politici che hanno condiviso con lui le sue scelte e le sue battaglie. Hanno inviato parole di dolore per la sua scomparsa e anche tanti ricordi personali e aneddoti, parole di affetto legate a quella Rovigo di una volta che tutti rimpiangiamo. Mio zio era una persona che si distingueva per la grande umanità, per la vicinanza alla gente. E queste doti hanno lasciato il segno anche se sono trascorsi tanti anni". Grande il dolore in queste ore della moglie Francesca Fasiol e del figlio Diego, titolari della farmacia di Arquà Polesine.

"Era – riprende l’avvocato – un uomo colto e raffinato, ironico e brillante, appassionato di storia, in particolare della Serenissima che conosceva profondamente". Tante le battaglie per il Polesine. Tra questa quella portata avanti dopo l’alluvione che si verificò tra il 5 e 6 novembre del 1994 quando ci fu una delle piene del Po. "Vennero distrutti gli argini in un’ampia zona del Basso Polesine – racconta ancora – e lui lottò in parlamento per riuscire a portare a termine la ricostruzione degli argini. In quel periodo riuscì a portare alla Gran Guardia nomi illustri, tra i quali lo stesso Gian Antonio Cibotto, per un vertice durante il quale si chiese a gran voce un intervento. Grazie a quell’impegno vennero realizzate le opere idrauliche nel Delta de l Po".