Porto Tolle, preside nega al vescovo l'accesso a scuola. Infuria la polemica

L'assessore regionale Donazzan: "Scelta assurda, torni sui suoi passi"

Porto Tolle, il preside nega l'accesso a scuola al vescovo Tessarollo

Porto Tolle, il preside nega l'accesso a scuola al vescovo Tessarollo

Porto Tolle (Rovigo), 6 dicembre 2018 - Il dirigente scolastico del Comprensivo di Porto Tolle, Fabio Cusin, nega al vescovo di Chioggia, Adriano Tessarollo, l’accesso alla scuola. Il motivo: difendere la ‘laicità’ dell’istituzione didattica. Potrebbe venire disposta un’ispezione al comprensivo. Il preside ha preso carta e penna per scrivere una lettera aperta al vescovo. Ma intanto la polemica politica monta.

L'assessore regionale all'Istruzione, Elena Donazzan, definisce la scelta "assurda, illogica, figlia di un laicismo estremo e fazioso". "Questo dirigente scolastico - aggiunge - ha arbitrariamente imposto la propria posizione, estromettendo da una scuola pubblica un alto rappresentate della chiesa cattolica: non sono state consultate le famiglie e non è stato valutato, nel complesso, cos'era più giusto per i giovani studenti".

"La scuola è laica certo, ma non estranea al territorio, alla sua storia e alle sue tradizioni. Il vescovo non veniva certo per procacciare nuovi fedeli, o discriminare altre religioni: le visite pastorali servono per raccogliere le necessità di un territorio e metterle al centro dell'azione della diocesi", conclude Donazzan auspicando che "questo dirigente scolastico torni presto sui suoi passi, rimediando all'errore commesso promuovendo una nuova occasione di incontro".

Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente del consiglio regionale veneto Roberto Ciambetti (Lega): "Nessuno mette in discussione la laicità della scuola e l'autonomia del dirigente come del corpo insegnante, ma penso che l'incontro con il vescovo di Chioggia e del Delta fosse una occasione per l'Istituto scolastico, una opportunità". "Permettere l'incontro con insegnanti e studenti - prosegue Ciambetti - non significa di certo indebolire o compromettere la laicità scolastica che non deve avere paura del dialogo, anzi, e a maggior ragione se il confronto avviene con una figura altamente rappresentativa del sentimento religioso e della pietà popolare".