Viaggio in Polesine con la lanterna

Da Melara a Porto Tolle, singolare avventura di tre ragazzi che visitano tutti i 50 paesi della provincia

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"Sembra sempre impossibile. Finché non viene fatto" è il motto pronunciato da Nelson Mandela da cui hanno tratto aspirazione tre giovani polesani per compiere un’impresa che merita di essere raccontata, impresa messa in atto poco prima delle festività natalizie. I tre ragazzi hanno infatti attraversato tutto il Polesine, da Melara all’estrema propagine di terra e mare del Delta del Po, per portare una lanterna. "Una luce di speranza – raccontanto – che il buio di un anno funesto aveva provato a spegnere". Andrea Rizzatello di Costa di Rovigo, Leonardo Padoan di Villanova del Ghebbo e Matteo Coltro di Villamarzana, poco più che ventenni, sono saliti in auto all’alba e hanno deciso di toccare ogni comune del Polesine, per ricordare a tutti, soprattutto ai giovani quanto sia bella la nostra terra e quanto vi sia bisogno di guardare con positività al futuro. "Siamo solo tre amici – spiega Andrea Rizzatello – che avevano avuto un’idea durante i tanti giorni di isolamento a causa del coprifuoco deciso dal governo per arginare la pandemia. Anche se siamo nati in Polesine, dobbiamo confessarlo, noi non lo conoscevamo così bene. Forse anche molti altri giovani non sanno di quanti comuni sia composto e quanto sia ricca e varia la terra polesana. Siamo partiti di buon’ora perché sapevamo che ci avremmo messo molto, tanti i chilometri da percorrere. Abbiamo pianificato il nostro viaggio in ogni sua tappa. Alla guida si è messo Leonardo, che ci ha portati in ogni comune. In totale abbiamo impiegato 13 ore e 5 minuti. Noi abitiamo tutti in piccoli paesi del Medio Polesine. Da lì, perciò, ci siamo spostati per arrivare in ogni angolo della nostra provincia. In tutto abbiamo percorso 452 chilometri e 50 comuni, corredati da più di 100 foto tra cartelli, municipi e monumenti. In ogni foto, la preziosa luce che ci ha guidati per tutto il cammino e che è stato il simbolo di questa impresa". La luce infatti ha un significato particolare. Lo spiega proprio Rizzatello. "Non volevamo che questa fosse considerata soltanto un’impresa goliardica – sottolinea – Volevamo anche portare un messaggio di speranza, perché abbiamo vissuto tutti un anno complesso e difficile. Credo che soprattutto i giovani siano stati penalizzati nelle relazioni, nel costruire un proprio futuro. Per questo motivo abbiamo portato con noi una lanterna sempre accesa, che è stata la luce con cui ogni comune è stato illuminato dalla nostra presenza. Un simbolo di gioia e positività nel buio di una pandemia globale". Tante le curiosità e tanti i luoghi che sono rimasti nel cuore. "In primis – continua Rizzatello – ci siamo divertiti guardando gli abitanti dei vari paesi che a loro volta ci osservavano con curiosità per capire cosa stavamo facendo. Quando spiegavamo la nostra avventura, tutti rimanevano entusiasti e addirittura si proponevano di darci un aiuto o anche solo un sorriso che ci permetteva di continuare con più carica il viaggio. Questo è un segno di una comunità, di gente che non rinuncia alla solidarietà. Ci hanno colpito tutti i comuni, ma tra gli altri l’installazione a Castelnovo Bariano composta da una molletta su cui vi è scritto "Non mollare". Ecco, era proprio il messaggio che ci ha spinti a proseguire il nostro cammino". I ragazzi non si fermeranno qui e hanno già nuove avventure in mente. "Non appena si potrà – conclude Andrea Rizzatello –cercheremo di organizzarci per fare, in 24 ore, il giro del Veneto, quanto meno per toccare le città. E se lo faremo, porteremo con noi la luce nata da questa nostra prima avventura in Polesine".

Giorgia Brandolese