Violenza sessuale su una dottoressa: condannato a 2 anni

L’imputato si era abbassato i pantaloni e aveva cercato di baciare sulle labbra la professionista mentre preparava un’iniezione

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È stato condannato per violenza sessuale ai danni di una dottoressa con una pena di due anni di reclusione, più cinquemila euro di risarcimento. El Mostafa Baid Zraa, 48 anni, marocchino, giovedì nel tardo pomeriggio è stato giudicato dal collegio del tribunale di Rovigo presieduto da Angelo Risi affiancato dalle colleghe Silvia Varotto e Sara Zen. Oggetto del processo un fatto che successo nel novembre del 2019 alla sola presenza della vittima e dell’aggressore. I magistrati però hanno ritenuto completamente credibile, non esagerata né enfatizzata, la ricostruzione della parte civile che si era costituita nel procedimento assistita dal suo legale di fiducia, l’avvocato Laura Giolo. Il racconto della donna dunque sostanzialmente ricalca l’accusa sostenuta a dibattimento dal pubblico ministero Sabrina Duò ed è riassunto qui di seguito. L’allora 46 enne marocchino si era recato in un ambulatorio di un paese dell’Alto Polesine per un’iniezione. La giovane dottoressa, in quel momento in servizio proprio lì, gli aveva spiegato che la procedura da seguire in realtà sarebbe dovuta essere diversa ma dal momento che era sua facoltà fare la puntura comunque aveva deciso di accontentare l’utente presentatosi lì all’improvviso. Non ha fatto in tempo a voltarsi con la siringa in mano che l’uomo, con i pantaloni abbassati, l’ha stretta a sé per baciarla sulla bocca ma la dottoressa, divincolandosi, è riuscita a impedirlo finendo però per essere baciata sulla tempia.

Terrorizzata da quanto le era appena successo avrebbe tirato fuori la grinta necessaria ad allontanare il focoso utente e ad intimargli di non farsi più vivo ma lui è tornato qualche giorno dopo senza però riuscire a rimanere solo con lei grazie ai colleghi di lavoro che, informati dell’episodio successo, erano in allerta. A quel punto la giovane professionista si è rivolta ai carabinieri perché si sentiva in pericolo e loro le hanno consigliato di sporgere querela. Da quel momento sono scattate le veloci indagini della procura di Rovigo, poi la richiesta di rinvio a giudizio della pm Duò di gennaio 2020, fino al processo di primo grado terminato giovedì. Dalla parte dell’imputato, naturalmente, la difesa è stata strenua e con ogni probabilità la sentenza verrà impugnata in Corte d’Appello a Venezia.

Tommaso Moretto