West Nile, salgono a 33 i casi in provincia di Rovigo

Villanova del Ghebbo, Bagnolo di Po, Guarda Veneta e Badia Polesine sono i paesi interessati dai 4 nuovi contagi. E le polemiche non si placano

West Nile, disinfestazione (Foto Di Marco)

West Nile, disinfestazione (Foto Di Marco)

Rovigo, 10 agosto 2018 - Salgono a 33 i casi di West Nile in Polesine fra accertati e sospetti. Altre quattro segnalazioni sono giunte ieri dal bollettino dell’Ulss 5. Tre donne e un uomo le persone contagiate dalla Febbre del Nilo. Villanova del Ghebbo, Bagnolo di Po, Guarda Veneta e Badia Polesine sono i paesi interessati. 

Sono oltre 50 i casi di febbre West Nile accertati in Veneto dall’inizio dell’estate fino al 7 agosto scorso, 19 le forme neuroinvasive, di cui due hanno portato al decesso dei pazienti. Lo riferisce la Direzione Prevenzione della Regione, nel quarto bollettino sulle arbovirosi.

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"La situazione è assolutamente sotto controllo - afferma l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto - e in tutti gli ospedali veneti si pone ogni attenzione in fase di diagnosi e si erogano tutte le cure necessarie. Alla gente chiediamo non paura ma collaborazione nel mettere in atto tutte quelle piccole precauzioni che possono allontanare il rischio, come l’uso di repellenti cutanei o per gli ambienti chiusi, delle zanzariere e dei condizionatori dove presenti, evitare di creare zone con acqua stagnante".

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"L’epidemia endemica di West Nile, tale è a definita del direttore generale dell’Ulss 5 Compostella, sta dilagando in Polesine moltiplicando quotidianamente quotidianamente i numeri del contagio". Così in una nota Vanni Destro per il Comitato per l’art. 32, sanità e sociale.

Cos'è
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"Nonostante sia un problema decennale gli interventi per fronteggiarlo procedono ancora in ordine sparso. Mentre si consuma quindi l’ennesima emergenza in puro stile italiano i costi in termini di cura per le persone contagiate e di spese straordinarie in interventi, neppure troppo efficaci, lievitano fuor di misura proprio a causa di una mancata pianificazione preventiva. E la prevenzione, è risaputo, è l’unico modo serio per limitare i danni e non farsi sovrastare, appunto, dalle emergenze.

In Polesine, evidentemente per le particolari condizioni ambientali, il virus trova facilmente radicamento e l’unico intervento possibile a monte sarebbe la disinfestazione larvicida sulle zanzare, primo veicolo di trasmissione del West Nile, da effettuarsi nei mesi primaverili oltre ad una sistematica manutenzione delle aree verdi durante il periodo estivo da tenersi di concerto nel territorio dell’intera Provincia. Un intervento strutturato che richiede coordinamento tra gli attori istituzionali (Comuni polesani, Ulss5, Regione Veneto) e risorse economiche certe. Riteniamo che la Conferenza dei Sindaci sia il luogo corretto per formulare una proposta da avanzare in Regione per ottenere i fondi necessari all’attuazione di un piano unico e l’impegno dell’Ulss a gestire l’intervento coordinato. Temiamo che se non si procederà in tale senso il prossimo anno ci troveremo dentro un’emergenza peggiore per malati e oneri di spesa. Prevenire è meglio che curare e farlo assieme è meglio ancora".