"West Nile, la profilassi sta funzionando"

Il direttore dell’Ulss, Contato: "Per ora stiamo andano bene, quest’anno la densità di zanzare è molto più bassa che in passato".

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di Tommaso Moretto

ROVIGO

La pandemia di Covid-19 non ha fatto dimenticare all’azienda sanitaria polesana la battaglia annuale contro il virus del Nilo che nel 2018 ha tanto fatto parlare di sé in provincia. Provoca febbre, in alcuni soggetti fragili con gravi conseguenze. Dalla fine di agosto di due anni fa fino a novembre le persone decedute da positive al virus West Nile nel territorio di competenza dell’Ulss5 erano state 6. Tutti molto anziani e malati o meno anziani che presentavano però un quadro clinico molto traballante nel quale il virus si era inserito aggravando la situazione. Nei mesi successivi il dibattito su come affrontare il problema ha monopolizzato la politica locale, a Rovigo era stato convocato anche un consiglio comunale alla presenza degli esperti Ulss della Regione. Tutti convenivano sul fatto che la prevenzione andasse coordinata su tutto il territorio provinciale, che le azioni a macchia di leopardo erano inutili. Alcuni insistevano che però a pagare dovesse essere la Regione, attraverso l’azienda sanitaria. E non i Comuni con i bilanci poco floridi. Però alla fine una quadra è stata trovata. A parlare della situazione odierna è Edgardo Contato, 62 anni, direttore sanitario dell’Ulss5.

Per ora zero casi in Polesine? "Al momento sì, stiamo andando abbastanza bene. Abbiamo semplicemente avuto dall’istituto zooprofilattico la segnalazione di una trappola nel Basso Polesine di zanzare positive. Non ci hanno detto il luogo. Ma quest’anno la densità di insetti è molto ma molto bassa".

Perché pochi insetti?

"Un andamento stagionale. E poi perché stiamo facendo la profilassi".

Quando è iniziata la campagna anti zanzare?

"Come l’anno scorso siamo partiti ad aprile ma questa volta in pieno Covid. In accordo con tutti i sindaci in modo tale che non ci fossero problemi. È già il secondo anno che lavoriamo così e va tutto bene".

In cosa consiste la prevenzione?

"In trattamenti anti larvali su tutti i corsi d’acqua identificati dall’entomologo e in tutti i punti sensibili, nei tombini dei Comuni della provincia in maniera sincrona su tutto il territorio". Quanto costa?

"Attorno ai 250 mila euro per tutta la provincia. Gli interventi sono coordinati da noi dell’Ulss in accordo con la Regione".

I soldi chi li mette?

"I Comuni anche se l’anno scorso la Regione ha dato un contributo del 20-25 per cento".

Come decidete le quote?

"In base alla superficie, stiamo riconvertendo in maniera intelligente una spesa che i Comuni sostenevano già".

Pagano tutti?

"Si stanno pagando tutti, ci mancherebbe, già spendevano questi soldi".

Chi si è occupato dei trattamenti?

"La ditta esterna che ha vinto l’appalto. Usano anti larvali che non danno alcun problema dal punto di vista ambientale".

Comunque il virus è endemico in Polesine.

"Circola ed è trasportato da volatili, da passeriformi. Ha dei serbatoi che possono essere identificati con i cavalli e con i muli. Quest’anno è stato isolato solo in un uccello e la settimana scorsa in una delle trappole c’erano le zanzare con il virus".

I cittadini possono stare tranquilli?

"Devono ricordarsi di usare vestiti bianchi, anti repellenti, di abbassare le zanzariere, di accendere i climatizzatori perché la temperatura bassa fa sì che le zanzare non entrino in casa". Dunque la prevenzione funziona?

"Mancano 2-3 mesi. Direi che tutto quello che si poteva fare lo abbiamo fatto e stiamo continuando. Speriamo bene".