Rovigo, 17 novembre 2011 -«FINTANTO che l’universo ha un inizio, potremmo supporre che abbia avuto un creatore. Ma se l’universo è realmente indipendente, senza confine o limite, non ci sarebbe né inizio né fine, semplicemente sarebbe. Che posto ci sarebbe, allora, per un creatore?», A porsi questa domanda fondamentale, qualche anno fa, era stato Stephen Hawking, astrofisico tra i maggiori in assoluto. Ma, in un libro recente («Il grande progetto»), lo stesso Hawking ha offerto una risposta che vuole, in qualche modo, essere definitiva: «Poiché esiste una legge come la gravità, l’universo può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui c’è qualcosa invece del nulla, il motivo per cui esiste l’universo, per cui esistiamo noi».
La Genesi (1,2), dal canto suo, resta un po’ sul vago e si limita a ricordarci che «le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque». E, dunque, due posizioni inconciliabili, che hanno alle spalle una storia lunghissima, popolata dalle ombre di grandi filosofi, teologi e scienziati, oltre allo stuolo infinito di credenti che si contrappongono agli agnostici e agli atei. Ecco, subito, George Ellis, docente di matematica applicata alla University of Cape Town, pronto a dire che «se uno ha fede, continuerà a credere che sia stato Dio a creare la Terra, l’Universo o perlomeno ad accendere la luce, a innescare il meccanismo che ha messo tutto in moto, prima del Big Bang o del presunto nulla che lo ha preceduto», mentre coloro che si affidano solamente alla scienza parlano di vittoria della ragione. Ma, con il senno di poi e gli occhiali del nostro tempo, sempre in bilico tra dubbi e certezze, queste posizioni sono davvero opposte e inconciliabili? Si riduce davvero tutto all’esistenza o alla non esistenza di Dio, a un principio (e una fine) oppure a una sorta di autogenerazione continua?
A questi temi e ai molti altri che essi implicano, il ciclo di conferenze promosso e organizzato dalla Provincia di Rovigo e dall’Arci «Aperture», dedica, domani sera alle 21 al teatro Don Bosco, una tavola rotonda (“L’universo ha bisogno di Dio?”), che promette grande interesse e suggestioni, sia per la complessità delle problematiche, sia per l’alto livello dei partecipanti che saranno coordinati da Stefano Periotto docente di filosofia e storia al liceo classico “Bocchi” di Adria nonché vicepresidente dell’associazione Edith Stein e del Gruppo Astrofili Polesani. Ad aprire il dibattito il filosofo Ermanno Bencivenga docente all’Università di Irvine in California, con studi sulla logica formale, l’etica e la filosofia politica; di seguito due docenti dell’Università di Padova, Piero Benvenuti ordinario di Astrofisica delle alte energie e autore di numerosi articoli e saggi sulle maggiori riviste specialistiche, e Sabino Matarrese ordinario di Astrofisica e Cosmologia con all’attivo oltre duecento pubblicazioni su giornali internazionali. E ancora il teologo padre Alessandro Salucci professore di Epistemologia e di Antropologia Filosofica alla Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino in Roma, particolarmente attento al rapporto tra pensiero filosofico e teologico, nel periodo moderno e contemporaneo.
L’incontro è organizzato anche con la collaborazione del Gruppo Astrofili Polesani e del Centro Culturale Diocesano di Adria e Rovigo Edith Stein e con il sostegno della Fondazione Cariparo.