Inquisizione Michelangelo, anche il Polesine nel libro di Strukul

La nostra provincia nel nuovo romanzo

Matteo Strukul

Matteo Strukul

Rovigo, 15 novembre 2018 - Michelangelo Buonarroti, un protagonista del Rinascimento italiano, riconosciuto come uno dei maggiori artisti di tutti i tempi, venne a Rovigo durante i lavori per la costruzione della tomba di Papa Giulio II, o cui lavori iniziarono nel 1544. La curiosità è contenuta nel libro ‘Inquisizione Michelangelo’ edito da Newton Compton, l’ultimo romanzo di Matteo Strukul, uscito in libreria l’8 novembre scorso e già in classifica dei libri più venduti, un altro spaccato storico avvincente dell’autore della saga dei ‘Medici’ vincitrice del premio Bancarella 2017.

Strukul nel suo nuovo romanzo racconta in modo avvincente la straordinaria e sconosciuta storia del grande artista rinascimentale deluso dalla corruzione della Chiesa e osteggiato dalle alte sfere del clero che sospettavano della sua eresia. Tormentato dalla forza delle sue idee eversive Michelangelo decise di lasciare una testimonianza del suo pensiero in una delle sue opere più famose, il Mosè.

E alle pagine 34 e 35 che la storia di Michelangelo si intreccia col Polesine.

Lo scultore infatti venne incaricato dal papa stesso Giulio II, il papa guerriero che aveva tenuto in pugno Roma , di costruire il proprio monumento sepolcrale. Strukul ci narra come l’artista continuò a lavorare e a quell’opera che gli stava costando quasi quarant’anni di tribolazioni. Giulio II morì ma i suoi eredi i Della Rovere ed in particolare Guidobaldo II non volevano rinunciare a quel monumento funebre. E chiedevano con insistenza a Michelangelo di ultimarlo. Michelangelo soffrì molto per questo lavoro ‘infinito’ e Strukul ci racconta come in virtù del sesto contratto, decise di completarlo, seppur quel progetto non lo appassionasse più.

Così, subito dopo aver scelto i blocchi di marmo salì sul suo cavallo e avrebbe raggiunto Rovigo e lì avrebbe incontrato Guidobaldo II, capitano di ventura e comandante dell’esercito veneziano in terraferma, per discutere con lui le ultime clausole del contratto. Michelangelo si trova nel mirino dell’Inquisizione: la sua amicizia con la bellissima Vittoria Colonna non è passata inosservata. Anzi, il cardinale Gian Pietro Carafa, capo del Sant’Uffizio, ha ordinato di far seguire la donna, con lo scopo di individuare il luogo in cui si riunisce la setta degli Spirituali, capeggiata da Reginald Pole, che propugna il ritorno alla purezza evangelica in una città in cui la vendita delle indulgenze è all’ordine del giorno.

Proprio la Roma divorata dal vizio e violata dai Lanzichenecchi sarà il teatro crudele e magnifico in cui si intrecceranno le vite di Malasorte, giovane ladra incaricata di spiare gli Spirituali, di Vittorio Corsini, Capitano dei birri della città, di Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, e dello stesso Michelangelo Buonarroti, artista tra i più geniali del suo tempo. Tormentato dai committenti, braccato dagli inquisitori, il più grande interprete della cristianità concepirà la versione finale della tomba di Giulio II in un modo che potrebbe addirittura condannarlo al rogo.