Rovigo, il convegno sull’economia ‘Creare valore per il territorio’

"Nel dialogo tra banche e imprese si può consolidare la ripresa"

Alcuni momenti della  tavola rotonda promossa da Qn Il Resto del Carlino, Quotidiano.Net e Bper Banca sul tema «Creare valore per il territorio. Banca e impresa: le nuove vie dello sviluppo» (Foto Donzelli)

Alcuni momenti della tavola rotonda promossa da Qn Il Resto del Carlino, Quotidiano.Net e Bper Banca sul tema «Creare valore per il territorio. Banca e impresa: le nuove vie dello sviluppo» (Foto Donzelli)

Rovigo, 11 novembre 2017 - Banche e impresa, un legame fondamentale per premere sull’acceleratore dell’innovazione, creando valore per il territorio. «Le banche in questo momento possono offrire liquidità per sostenere lo sviluppo delle imprese. Grazie al rapporto virtuoso con la loro banca molte piccole imprese sono diventate medie e poi grandi, fino a distinguersi nei mercati internazionali. Bisogna differenziare le fonti di finanziamento dei sistemi economici e noi siamo in grado di accompagnare le aziende verso questo sviluppo».

Così Fabrizio Togni, direttore generale di Bper Banca, inquadra il futuro del rapporto tra banche e imprese, durante la tavola rotonda promossa ieri nella sala Rigolin del Censer di Rovigo da QN Il Resto del Carlino, Quotidiano.Net e Bper Banca sul tema «Creare valore per il territorio. Banca e impresa: le nuove vie dello sviluppo» moderata da Carlo Cavriani, responsabile della redazione di Rovigo del Resto del Carlino.

«Il rapporto banca impresa deve evolvere con il potenziamento della consulenza - ha continuato Togni - noi stiamo lavorando molto nel mondo della finanza agevolata. L’azienda che viene da noi ci parla dei suoi progetti e noi dobbiamo essere in grado di fornire attività di consulenza. Negli ultimi 10 anni il rapporto tra banca e impresa è infatti cambiato. Nel 2009 c’è stato un calo medio del 40% dei fatturati in tutti i settori. Nel 2011 le imprese si sono rese conto che dipendere solo dalle banche era rischioso. Infine nel novembre del 2014 il sistema bancario italiano passa sotto la Bce che impone regole di vigilanza che evita il fallimento di grandi aziende. Una serie di vincoli che stanno stravolgendo il tradizionale rapporto tra banca ed impresa. Le imprese ancora vive nel 2016 stanno dando interessanti segnali positivi, con un più 2%. Un sistema imprenditoriale che dipende solo dal sistema bancario è pericoloso. Questo la crisi ce lo ha insegnato bene. Contemporaneamente, le banche non possono avere in portafoglio soltanto finanza data alle aziende. Bisogna differenziare le fonti di finanziamento del sistema economico e noi siamo in grado di accompagnare le aziende verso questo sviluppo».

A confermare le nuove esigenze delle imprese, il professor Giovanni Salvaggio, docente di diritto Tributario nella facoltà di Economia dell’Università degli studi di Ferrara: «Per sviluppare un’economia di successo non bisogna mai puntare sulla riduzione dei costi sulla propria attività - ha spiegato -. Il Triveneto già 20 anni fa correva sul binario di imprese che fondano il loro successo sullo sviluppo e un altro binario di imprese che lo basavano invece sul lavoro. La ricerca e sviluppo deve esserci invece in ogni settore. L’istituto di credito oggi ha un ruolo chiave dell’economia, se produce ricchezza significa che hanno prodotto ricchezza le imprese che lo finanziano». Uno sguardo poi a Rovigo: «Un’età media di 47 anni contro la media italiana di 44, reddito medio complessivo 18.705 contro 20.674 nazionale. Reddito medio Irpef 13.949, 13.713 quello nazionale. In Polesine il reddito medio è leggermente superiore alla media nazionale e i maggiori istituti di credito sono presenti sul territorio. Un territorio con ottime prospettive che ha ancora potenzialità di crescita rispetto ad altre province venete».

Harald Antley, amministratore delegato di Aspiag Service srl Despar Nord Est ha testimoniato la storia d’impresa della grande catena di supermercati presente anche in Veneto, compresa Rovigo: «Ottomila dipendenti, 75 milioni di scontrini, 1,2 milioni di clienti fissi - ha detto - . Ogni anno investiamo 100 milioni di euro, il tutto in Italia. A Monselice, ad esempio è in atto un nuovo progetto logistico di produzione con investimento di 163milioni. A Rovigo apriremo a breve un nuovo supermercato. Noi lavoriamo attraverso un assortimento di merce nazionale e tanti prodotti locali, i fornitori vicini alleggeriscono infatti i costi gestionali. La provincia di Rovigo è importante per il comparto dell’ agricoltura. Ma i fornitori devono aggregarsi per fare massa per soddisfare qualità e rifornimenti. Le imprese devono avere anche la capacità di esportare all’estero».

Massimo Barbin direttore territoriale di Rovigo, Confindustria Venezia Rovigo ha poi aggiunto: «Le banche ricominciano a finanziare le imprese, ma il credito oggi non sostiene a pieno l’impresa - ha detto Barbin -. Ormai è alle spalle la crisi del settore bancario, sono cambiate le procedure nel sistema di fare credito. Il mercato però ha fatto una selezione spaventosa, chi è rimasto va aiutato. Il Veneto - ha concluso Barbin - ha un tessuto di micro medie imprese, bisogna dunque aggregarsi e iniziare a crescere. Il primo approccio però è di natura culturale, le piccole imprese devono passare dalla forma padronale all’accoglimento di capitale di terzi nella propria impresa». Anche nell’agricoltura l’innovazione e la ricerca sono essenziali per lo sviluppo di questo settore, è intervenuto il direttore di Confagricoltura Rovigo Massimo Chiarelli: «Anche per gli agricoltori polesani essenziale è dunque l’aggregazione».

Infine a testimoniare esempi di imprese del territorio che funzionano, Alessandro Gasparetto presidente di Iqt consulting spa e Luca Iazzolino presidente di Ceo Plastotecnica spa. Gasparetto ha spiegato nel suo intervento che il rapporto banca impresa va rivisto: «Le imprese devono investire nella cultura finanziaria, iniziare a capitalizzarsi per diventare interlocutore autorevole e costruttivo per le banche». Iazzolino ha invece sottolineato d’importanza della ricerca e sviluppo, «la Cina infatti ci supera in questo. Le aziende devono dunque investire sui giovani e sostenerli economicamente nella ricerca per portare innovazione».