RovigoMaltempo Veneto ieri, a Porto Tolle cavane spazzate via. "Siamo in ginocchio"

Maltempo Veneto ieri, a Porto Tolle cavane spazzate via. "Siamo in ginocchio"

Danni ingentissimi a Scardovari. Il sindaco: "Nessuno rimarrà solo". I pescatori: "Una catastrofe, così nemmeno nel 1966"

Una cavana dei pescatori distrutte dalla mareggiata

Una cavana dei pescatori distrutte dalla mareggiata

Porto Tolle (Rovigo), 14 novembre 2019 - Onde altissime, le cavane dei pescatori spazzate via, la disperazione impressa nei volti. Una fortissima marereggiata si è abbattuta l’altra notte soprattutto nella zona di Scardovari (foto), a Porto Tolle. Sono state spazzare via 57 cavane e danneggiate le 13 rimaste in piedi.

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Un’immagine drammatica. Tavole di legno, reti, imbarcazioni affondate, il quadro dalla strada arginale della sacca degli Scardovari. Sotto ad una pioggia torrenziale, i volontari della Protezione civile deviavano il traffico per permettere ai veicoli attrezzati di poter piazzarsi sulla strada per dar modo ai pescatori di iniziare i lavori di recupero di quanto rimane della loro attività. Tra il vento freddo, il cielo grigio di nuvole e la pioggia, la sacca degli Scardovari, offriva un panorama surreale. Ma le telefonate e i messaggi di solidarietà al sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli, che si è recato sul posto insieme ai pescatori, non sono mancati da parte del prefetto Maddalena De Luca, dal questore, dal presidente della Provincia Ivan Dall’Ara, dal sindaco di Adria Omar Barbierato.

«E’ una situazione catastrofica (video) per i nostri pescatori, quasi tutto è andato distrutto». Sono le parole del sindaco che ieri mattina ha aperto la conferenza nella sede del consorzio pescatori di Scardovari. «Molti pescatori avevano appena terminato i lavori di ripristino, dopo la tempesta Vaia e ora si ritrovano a dover fronteggiare un’altra calamità. L’anno scorso furono una decina le cavane disastrate e ora, i numeri e i danni non hanno precedenti. Ho visto episodi, nella serata di martedì e nella mattinata di mercoledì, che mi portano a dire quanto sia grande la dignità dei nostri pescatori e mi sono ritrovato in situazioni che mi hanno commosso – spiega Pizzoli –. Per l’inizio della prossima settimana convocheremo un consiglio comunale aperto per fare il punto della situazione, la conta dei danni e trovare nuove soluzioni, vista la necessità di recuperare quanto accaduto, per procedere al ripristino delle cavane. Nessun pescatore rimarrà solo – assicura Pizzoli – attiveremo un conto corrente per creare quelle risorse che consentiranno ai pescatori di poter riprendere l’attività in tempi brevi, compresi i lavori di ripristino dei tre pontili di raccolta per i molluschi (tre Camin, Santa Giulia e Barricata Fisch)».

Attivo all’ufficio tecnico e al comando di polizia locale, lo sportello per le segnalazioni e le foto per la richiesta dei danni, visto che proprio ieri il sindaco ha firmato lo stato di crisi. «Il Veneto è in ginocchio come nel 1966 – commenta l’assessore regionale Cristiano Corazzari –. Nel Delta ha toccato l’economia e la vita di una comunità». «In tanti anni di lavoro – ha detto Fabrizio Boscolo, presidente di una delle cooperative che fanno parte del consorzio – non ho mai visto niente di simile, nemmeno nel lontano 1966».

Tutta la costa veneta ha subìto la marea eccezionale dell'altra notte. A Barbamarco di Porto Tolle, come vedete più di 40 cavane sono andate distrutte. Anche qui la situazione è tragica, stiamo intervenendo per capire l'entità dei danni". Lo scrive su Facebook il governatore del Veneto Luca Zaia.

«Quello che ci preoccupa – ha detto Luigino Marchesini presidente del consorzio – sarà la giornata di venerdì, quando ci sarà un peggioramento del tempo». «Dovremo pensare a fare una darsena, dove mettere al riparo le imbarcazioni», ha detto il vice presidente del consorzio Emanuele Finotti. «Come presidente della cooperativa Adriatico – le parole di Angelo Stoppa – chiederò che parte dei soldi del canone annuale che paghiamo alla Provincia, venga investito nel territorio, per aiutare i nostri pescatori».