Rovigo, caso piscine. Menon contro Avezzù: "Dimettiti"

Il comune si trova a dover ripianare per la Veneto Nuoto un debito di 6,5 milioni. Pd e 5Stelle: "Trattiamo con le banche"

Da sinistra Ivaldo Vernelli, Francesco Gennaro e Nadia Romeo

Da sinistra Ivaldo Vernelli, Francesco Gennaro e Nadia Romeo

Rovigo, 25 marzo 2018 - «Questione Baldetti», mentre giunta e uffici comunali sperano nell’arrivo di un privato che tolga le castagne dal fuoco, l’opposizione, pur marciando divisa, attacca la maggioranza. Silvia Menon vuole le dimissioni di Paolo Avezzù. Dal bar Borsa invece Ivaldo Vernelli e Francesco Gennaro del Movimento 5 Stelle assieme a Nadia Romeo del Partito Democratico chiedono non venga salvata Veneto Nuoto.

I problemi del Comune sono diversi. La banca Unipol batte cassa con la Veneto Nuoto, che ha costruito le piscine, perché vanta un ingente credito, almeno 6,5 milioni. Ma la convenzione in essere tra Veneto Nuoto e Comune prevede che sia il Comune a pagare i suoi debiti se questi non riescono a farlo. Veneto Nuoto ha contenziosi in piedi con il Comune, con i gestori delle piscine di viale Porta Po (Rhodigium Nuoto) e con e con la società che ha realizzato il supermercato in viale Porta Adige (Aspiag).

«Paolo Avezzù è il principale responsabile politico di questo colossale disastro chiamato «caso piscine» — ha detto Silvia Menon —. Era lui il sindaco nel 2005 quando il consiglio comunale ha approvato un project financing pericoloso, rivelatosi disastroso. Le carte parlano chiaro». La lista Menon è la seconda per numero di consiglieri all’opposizione, ne ha tre. Ma si rifiuta però di dare una mano. «Avezzù, in questi giorni, persevera nel tentativo di uscirne come il 'salvatore della patria'. Così non si fa — ha spiegato Silvia Menon —. Chi ha sbagliato deve assumersi le proprie responsabilità politiche, ammettere gli errori, chiedere scusa alla città. E, vista la gravità della situazione nella quale ci ha condotti, dovrebbe dimettersi. Finché Avezzù non si dimette noi non alzeremo un dito se non per fare domande, chiedere chiarimenti, cercare di fare luce sulle tante ombre delle soluzioni proposte. Mi rifiuto di collaborare con una maggioranza che non vuole riconoscere la realtà dei fatti».

Parallelamente, Movimento 5 Stelle e Pd illustrano la linea che adotterebbero loro. «Noi pensiamo che la cosa migliore sia attendere le sentenze dei tribunali, qualsiasi dovessero essere gli esiti — ha detto Vernelli —. Non curiamoci del futuro di Veneto Nuoto ed andiamo a trattare direttamente con la Unipol. L’inadeguatezza delle scelte sbagliate di questa amministrazione, negli ultimi sei mesi, è sotto gli occhi di tutti. Ora stanno attendendo questo investitore del quale non si conosce la natura. Non ne hanno azzeccata una».