Rovigo, elezioni 2018. Caccia a una poltrona, la corsa ad otto della Lega

Il nome dell’assessore Stefano Falconi è quello più accreditato

Stefano Falconi e Bergamin. L’ultima parola a Salvini

Stefano Falconi e Bergamin. L’ultima parola a Salvini

Rovigo, 22 gennaio 2018 - Nella Lega Nord polesana in otto puntano al Parlamento. Sono Pako Massaro e Stefano Falconi di Rosolina, Giorgio D’Angelo e Giuseppe Marzolla di Adria, Tommaso Zerbinati e Antonietta Giacometti di Badia, Roberta Franco di Trecenta e Stefano Raule di Rovigo. Soltanto i loro nomi sono sul tavolo del segretario nazionale (cioè regionale) Gianantonio Da Re e del segretario federale Matteo Salvini.

Nel difficile gioco ad incastri tra «alternanza uomo - donna», «quote rosa» e previsioni sui posti sicuri e incerti, alla nostra provincia dovrebbe toccare almeno un seggio «blindato». Nel mega collegio senatoriale i primi posti del proporzionale saranno quasi certamente di trevigiani e veneziani. Non ci sarebbe «trippa» per altri. Ma resterebbero tre caselle succulente su cui avventarsi. Nel proporzionale, il collegio Rovigo - Verona mette in palio sette posti tra tutte le forze politiche.

La Lega conta di portarne a casa almeno due o tre. Se il capolista sarà quasi certamente un «big» veronese, in scia potrebbe passare una donna polesana: Antonietta Giacometti o Roberta Franco. Poi si apre il capitolo uninominali. Dei 28 collegi nei quali è diviso il Veneto alla Lega dovrebbero toccarne 17. Non si sa quali. Dovesse esserci quello rodigino della Camera i vertici leghisti sembrano intenzionati a tenere conto dell’esperienza nel parlare in pubblico e del ruolo ricoperto.

Il nome di Stefano Falconi è quello più accreditato: segretario provinciale, assessore a Rovigo, ex consigliere regionale. Ma potrebbe avere chance anche Stefano Raule, commissario comunale del partito, ex capogruppo in consiglio ed unico rappresentante dell’unico capoluogo veneto che esprime un sindaco leghista. Nel caso a disposizione del Carroccio ci sia l’uninominale del Senato che accorpa la provincia di Rovigo ai comuni della Bassa Veneziana, compresi Chioggia e Cavarzere, non è detto che il candidato sarebbe scelto tra Adige e Po.

Ma in tal caso i nomi sarebbero gli stessi, con gli adriesi che aumenterebbero le proprie quotazioni rispetto a Raule per una ragione semplicemente «baricentrica». Chi in questo scenario potrebbe vantare ancor più titoli per correre è però di nuovo Falconi. L’ultima parola, si sa, è di Salvini. I posti dell’uninominale comunque, è bene ricordarlo, sono da «dentro o fuori». Se il rivale del Pd o quello del Movimento 5 Stelle dovessero prendere anche un solo voto in più del centrodestra, a Roma andrebbero loro. E il Polesine (unica provincia a non raggiungere il quorum al referendum sull’autonomia del 22 ottobre scorso) è considerata zona a rischio.