Rovigo, Bossi lapidario. "Bergamin? Non lo conosco"

Il fondatore della Lega e attuale presidente Umberto Bossi che ieri dalle 19,30 è stato ospite di Fabio Benetti

Umberto Bossi nell'azienda agricola Benetti a Rovigo

Umberto Bossi nell'azienda agricola Benetti a Rovigo

Rovigo, 4 novembre 2017 - Cosa ne pensa del sindaco Bergamin? «Non lo conosco». Questa è stata la risposta del fondatore della Lega e attuale presidente Umberto Bossi che ieri dalle 19,30 è stato ospite di Fabio Benetti. Il consigliere comunale del Carroccio aveva allestito un palco all’interno del bad & breakfast della sua famiglia tra Rovigo e Buso. «Un partito nazionalista ha sempre qualcosa di fascista», questo è stato il commento di Bossi al fatto che Matteo Salvini, l’attuale segretario federale del partito, vuole togliere la parola «nord» dal simbolo della Lega.

Nella sala, addobbata con bandiere della Lega, del Veneto e della Catalogna, tra il pubblico il consigliere ex Forza Italia, ora indipendente, Simone Dolcetto, l’ex consigliere Valter Roana, la ex consigliere leghista Cristina Pietropoli, Pierantonio Moretto, padre del consigliere comunale del Pd, Mattia Moretto. Ma anche Aldo Guarnieri, primo dei non eletti della lista Obiettivo Rovigo ed ex assessore di Forza Italia. C’era Antonello Contiero, ex segretario provinciale del Carroccio, espulso dal partito perché non in sintonia con le alte gerarchie salviniane e con il sindaco Massimo Bergamin.

«Trent’anni fa ci aveva preso in pieno sulla questione settentrionale — ha detto Benetti prima che Bossi iniziasse a parlare del palco —. Noi crediamo nella Padania. Caro Umberto questa è casa tua lo sarà sempre. Sono molto felice». Poi il consigliere ha lascito la parola al suo leader. «Non sono ancora così malmesso da stare seduto – ha esordito Bossi –. Il referendum è stato la somma di tanto lavoro di tanti anni. Siamo partiti come autonomisti, poi indipendentisti, poi federalisti. Hanno inventato la faccenda delle donne di Berlusconi, una cosa organizzata. Quando sono andato via dalla Lega ho lasciato 47 milioni di euro di positivo di bilancio e mi hanno condannato. È iniziata una battaglia di popoli che si concluderà con la vittoria dei popoli. Noi non ci inginocchiamo. A Glasgow ha chiuso la cantieristica navale per la concorrenza cinese. Droga e alcolismo. Si è sgretolata Glasgow. Anche al nord il rischio è droga e alcolismo».