Rovigo, vitalizi. I nostri 17 ex parlamentari ci costano 500mila euro all’anno

Frigato: "Quando l’economia tira, i privilegi sono sopportati"

L’ex onorevole Gabriele Frigato, porta a casa 4.072,71 euro al mese

L’ex onorevole Gabriele Frigato, porta a casa 4.072,71 euro al mese

Rovigo, 11 aprile 2018 - Diciassette ex parlamentari: fatti i debiti conti la ‘casta’ polesana che è stata a Roma ci costa circa mezzo milione per i vitalizi. Fanno parte di quell’esercito di duemila ex, da sempre nel mirino per il privilegio più odiato ed invidiato dagli italiani. E non è tutto. Perché in molti casi il ricco assegno a carico del contribuente finisce per cumularsi anche con altri trattamenti previdenziali. Adesso però la ‘pacchia’ potrebbe finire, dopo l’uscita del neo presidente della Camera, il pentastellato Roberto Fico, che ha messo l’abolizione dei vitalizi al primo posto nell’agenda della Camera. Che aria tira tra gli ex polesani? Elios Andreini è stato senatore per il Pds dal 1987 al 1992 e dal 1992 al 1994, per lui si parla di un assegno di 3.408,19 euro al mese.

«Se fossi un cittadino che ha seguito l’onda di questi anni direi che è giusto togliere i vitalizi, ci sono molte persone che sostengono che va così perché i vitalizi rientrano nel contributivo, quando l’80 per cento dei pensionati sono col retributivo. Tutto qui. Di fronte alla demagogia non esistono ricette alternative. Il 90% di ferrovieri, ospedalieri, insegnati, contadini, giudici e commercianti percepiscono una pensione non frutto dei versamenti pagati».

E se arrivasse la mannaia? «Mi butterei sotto il treno che passa da Adria a mezzanotte, perché a mezzanotte non passa nessun treno». A portare a casa un vitalizio record è Gabriele Frigato con 4.072,71 euro al mese. Per lui tre mandati a Montecitorio: dal 1996 al 2001 , al 2001 al 2006 e dal 2006 al 2008 sotto i colori dell’Ulivo. «Se mi togliessero il vitalizio ne prenderei atto e basta. Cosa vuoi fare? Il fatto è che nei momenti in cui l’economia tira, quelli che vengono definiti privilegi sono sopportati e compresi. Nel momento in cui l’economia è in difficoltà, il ragionamento sui vitalizi diventa più secco e duro. Sono convinto che una rivisitazione vada fatta».

Per Fabio Baratella, 3.087,36 euro di assegno, senatore dal 2001 al 2006 e deputato dal 2006 al 2008, non è giusto togliere il vitalizi. «Devo vivere con la pensione del lavoro che non è granché perché avendo avuto questa certezza del vitalizio ho pensato di non aggravare la situazione non versando più i contributi figurativi e quindi di non gravare sulle casse dell’Inps. Se mi tagliassero il vitalizio, dovrei vivere con 900 euro al mese. Per me non è giusto toglierli, sono un paracadute che consente a tanti ex parlamentari di fare una vita dignitosa, un diritto acquisito che sul piano strettamente economico vale lo 0,05 di quello che potrebbe essere il bilancio dell’Inps». L’ex senatore Domenico Romeo (Psi) si porta a casa invece 2.381,64 euro al mese e sulla questione invoca il buon senso. «Il vitalizio mi sembra di averlo riscattato, dovrei aggiornarmi. Sono membro dell’associazione regionale ex parlamentari è farò quello che deciderà Roma.