Rovigo, 10 aprile 2013 - HA TRENT’ANNI e sarà ospite ufficiale del Vinitaly 2013, nello stand dedicato ai prodotti polesani. Si tratta della ciabatta polesana, nata il 21 settembre del 1982, su creazione di Arnaldo Cavallari, ex titolare dei molini adriesi.Un’idea nata per caso, parlando con un esperto di baguette francese. «Mi sono detto, perché non fare un pane simile qui in Polesine — spiega Cavallari —. Così, partendo dagli stessi concetti ho elaborato la ciabatta, che ora è diffusa in tutto il nord Italia». Il tutto creato nel forno sperimentale di Adria, in via Ca’ Cima 15, dove si elaborano nuove panificazioni non in vendita. Proprio in questo forno, infatti, sono state preparate le ciabatte che oggi saranno gustate dalla platea di ospiti e giornalisti accreditati al Vinitaly, nello stand del Polesine realizzato da Consvipo, Camera di Commercio e Provincia. «Abbiamo già fatto partire tutte le ordinazioni e domani saranno pronte in tavola» conclude orgoglioso Cavallari.

MA LA CIABATTA non è l’unica creazione del suo forno sperimentale. Anzi, l’ultima, è nata proprio qualche mese fa e si tratta della ‘pagnocca polesana’. Si tratta di un pane fatto di fibre grezze che si può conservare anche fino a 15 giorni in luogo asciutto e temperatura normale. «L’idea mi è venuta perché ero stufo di ascoltare in tivù che ogni giorno, nei supermercati del Nord Italia, chili di pane venivano buttati via perché non riuscivano a superare una giornata di conservazione — spiega Cavallari —. Questo perché pesando poco si secca e diventa duro. Allora ho pensato di rielaborare la ciabatta polesana, con delle fibre grezze. Ed è nata questa bomba di pane, che dura ben 15 giorni».

DOPO UNA PRIMA sperimentazione, sempre nel forno di Adria, la pagnocca ha subito preso piede. «Stiamo già rifornendo sei Coop e sta avendo molto successo. E’ stato come scoprire l’uovo di colombo: al Sud giù utilizzano lo stesso procedimento per conservare più a lungo il pane. Praticamente la pagnocca pesa almeno 7 etti, è un pane grosso, che quindi si conserva morbido». E soprattutto in tempi di crisi come questo, avere un pane che si può utilizzare più a lungo senza sprechi può giovare alle tasche degli italiani. «Si tratta di un’invenzione che rivoluzionerà l’abitudine alimentare degli italiani, ne sono convinto» conclude Cavallari, l’uomo dalle mille e una risorsa. E che contribuisce a far conoscere il Polesine nel mondo.

Caterina Zanirato