Rovigo, 12 settembre 2010. DA UNA PARTE c’è una rievocazione storica come il taglio di Porto Viro, la colossale opera idraulica realizzata dalla Serenissima repubblica di Venezia nel 1604, che salvò dall’interramento la laguna. E dall’altra c’è Lele Mora.

Ebbene, il manager dei divi della tv è stato invitato il 19 settembre a Taglio di Po dall’amministrazione comunale di centrodestra, come testimonial per il giorno clou della tradizionale festa dedicata alla commemorazione. Assieme a lui ci saranno, secondo programma, anche i vincitori dell’ultima edizione del Grande Fratello e de La Pupa e il Secchione, Mauro Marin e Francesca Cipriani.

Ma più di qualcuno ha storto il naso, scrivendo lettere ai giornali e giudicando la presenza di Lele Mora e degli altri due personaggi non «in tema» e «inadeguata» con la ricorrenza culturale da festeggiare.

«Non capisco questa polemica, mi sono sempre sentito amato nella mia terra. Non so proprio cosa accada. La mia colpa è solo quella di cercare di dare lustro al Polesine portando un po’ di divertimento».

Come fosse un marito tradito, Lele Mora lancia il suo grido contro il Polesine ingrato. La sua terra, quella che gli ha dato i natali. Che lo ha coccolato al tempo in cui era al massimo della popolarità, quando nella piccola Bagnolo di Po (suo paese d’origine) arrivavano i grandi divi dello spettacolo come Raoul Bova per festeggiare le nozze di diamante dei genitori di Lele.

A Rovigo era nato addirittura un fan club in suo onore. E in quel di Villa Selmi, la discoteca di Polesella, ogni anno si festeggiava il Lele Mora day. Ora il suo Polesine (anche a causa delle vicende giudiziarie nelle quali il popolare personaggio è rimasto invischiato) sembra voltargli le spalle.

Lele Mora è costretto a rispondenere alla critiche di chi non vede di buon grado il suo prossimo arrivo a Taglio di Po.«Alle foci del grande fiume ho un sacco di amici. Quando ero giovane ho studiato ad Adria, conosco bene quelle zone. E’ un peccato ricevere un trattamento del genere. La mia presenza era solo per dare prestigio e creare un po’ di festa. Però a me pare tanto una polemica strumentale e politica. Ma credo che il divertimento non abbia colore».

Dopo queste critiche, pensa di non andare domenica a Taglio di Po?
«Ci sarò ugualmente, anzi se qualcuno intende organizzare una tavola rotonda sulla questione sono a disposizione per rispondere a tutte le domande e a fornire spiegazioni»

Essere il testimonial di una ricorrenza culturale non le crea imbarazzo?
«Per niente! E’ un momento difficile e strano questo. Per creare polemiche ci si attacca a qualsiasi cosa. Se il Comune avesse pagato cifre esorbitanti potrei anche capire certe reazioni. Invece mi accontento di un rimborso spese, portando personaggi che spero creino un momento di divertimento e di spensieratezza».