Stagione lirica a Rovigo 2018, ecco il magico laboratorio

L’assessore alla cultura Sguotti traccia un bilancio della stagione. "Risultati eccezionali, ma cresceremo ancora"

Molti costumi vengono prestati ad altri teatri

Molti costumi vengono prestati ad altri teatri

Rovigo, 12 aprile 2018 - Quattro opere di successo come ‘Il Barbiere di Siviglia’, la ‘Tosca’ , il ‘Trovatore’ e ‘L’Italiana in Algeri’, 500 spettatori su 630 posti disponibili al Teatro Sociale, praticamente sempre un tutto esaurito per ogni spettacolo andato in scena, con una punta di 550 spettatori per la ‘Tosca’ ed il ‘Barbiere di Siviglia. Ma soprattutto un incasso che supera quello dell’anno scorso, 130mila euro, cifra rilevata il 6 aprile scorso e passibile di un aumento visto che mancano ancora tre eventi in cartellone del teatro per ragazzi.

L’assessora comunale alla Cultura, Alessandra Sguotti, ieri mattina era raggiante nel comunicare i risultati della stagione lirica, affiancata dal direttore del Teatro Sociale, Claudio Sartorato. L’incontro è avvenuto nella suggestiva location del laboratorio del teatro, ricavato in un grande capannone nella zona produttiva di Sant’Apollinare, luogo veramente ‘magico’ dove si realizzano le scene delle opere su indicazioni di scenografi e registi. Un dieto le quinte a tutti gli effetti. Erano presenti al completo i tecnici dello staff la sua squadra come l’ha definita l’assessora: Samantha Pigozzo, Matteo Fasan, Paolo Rando e Roberto Lunari.

«Siamo stati bravi – afferma Alessandra Sguotti – nell’agosto del 2017 quando sono entrata in giunta, sembrava che il teatro non aprisse. Invece, mettendoci la faccia, abbiamo ottenuto risultati eccezionali, erano anni che non si vedevano questi numeri». Sulla falsariga delle coproduzioni, il Teatro Sociale ha sfornato opere che hanno riscosso successo di critica e di pubblico. Cinquecento spettatori a spettacoli è un risultato molto buono per una città come Rovigo. Merito di chi è riuscito ad attrarre il pubblico con proposte su qualità.

«Ma si tratta solo di un punto di partenza – aggiunge l’assessora – perché vogliamo andare avanti con le coproduzioni e il 30 gennaio scorso abbiamo presentato un progetto triennale che coinvolge anche altri teatri italiani con l’obiettivo non solo di contenere i costi, ma di ottimizzare il lavoro in rete». Per l’occasione, l’assessorato ha aperto il capannone mostrando attrezzi, macchinari, scene e costumi. Un posto unico che, come sottolinea il direttore Claudio Sartorato, rappresenta ancora il regno dell’analogico e non del digitale, un manifatturiero artistico dove viene esaltata la manualità.

«Qui – evidenzia – tutto è fatto a mano». Ecco quindi che il capomacchinista Matto Fasan mostra dove sono nate le scene de ‘La forza del destino’ e altre opere come ‘Nabucco’ e ‘Aida’. «La tendenza – spiega Fasan – è rivedere i materiali delle opere non per abbattere i costi, ma per riutilizzarli in maniera virtuosa». In tutto nel capannone sono conservate 12 scenografie complete. Ecco poi i banchi di lavoro ed i listelli di legno per realizzare le scene.

C’è anche un angolo dedicato ai costumi che vengono conservati con cura. Ci sono anche quelli utilizzati nella recente festa di Carnevale. «La sartoria – conclude l’assessora Sguotti – è un angolo straordinario, una galleria di costumi confezionati dalle nostre sarte. Molti vengono prestati ad altri teatri per l’allestimenti di opere, alcuni ad esempio sono appena tornati da Pisa dove è andata in scena l’operetta ‘La vedova allegra’».