Il Cagliari club ricorda Eraldo Mancin, sabato avrebbe compiuto 75 anni

Il difensore polesano fu campione d’Italia col Cagliari nella stagione 1969/70. E l’anno prima con la Fiorentina. Da allenatore, ricordi indelebili col Rovigo

La foto di Mancin nel post del Cagliari Club

La foto di Mancin nel post del Cagliari Club

Rovigo, 19 aprile 2020. La pagina facebook di Cagliari Club ha ricordato, con un post, Eraldo Mancin, terzino sinistro del Cagliari campione d’Italia 69/70. Sabato scorso sarebbe stato il 75° compleanno di Mancin, scomparso il 18 novembre 2016. Era nato a Polesine Camerini, frazione del comune di Porto Tolle, come Argentino Pavanati, attuale consigliere regionale della Figc , che ha condiviso il post del Cagliari Club.

Esordì in serie A con la maglia del Venezia. Poi, Verona, ancora Venezia e quindi Firenze. Mancin è stato uno dei pochi calciatori italiani ((sei in tutto e precisamente Giovanni Ferrari, Riccardo Toros, Alessandro Orlando, Roberto Baggio e Andrea Pirlo) ad avere vinto due scudetti consecutivi con due maglie diverse. Nella stagione 1968/69, infatti, conquistò il tricolore con la Fiorentina, poi, la stagione suggestiva il passaggio al Cagliari nella stagione dello storico scudetto, che quest’anno celebra il 50ennale. Poi Pescara, dove contribuì alle due promozione in serie A della squadra abruzzese e concluse la carriera in serie C2 con la Mestrina. Appese le scarpe al chiodo, rimase nel mondo del calcio come allenatore.

E proprio in questa veste Eraldo Mancin ha legato il suo nome al Rovigo calcio. Siamo nel 1985, il campionato è l’Interregionale, girone D: la squadra allenata dal chioggiotto Giorgio Bozzato, naviga in cattive acque e il presidente Stivanello chiama l’Eraldo che a cavallo tra il girone d’andata e quello di ritorno mette insieme 8 risultati utili consecutivi che tolgono dalle secche della graduatoria il Rovigo e, sia pur con quale assillo, riesce a condurre la squadra alla salvezza facendole chiudere la stagione a metà classifica. L’anno successivo la stagione, societariamente sarà travagliatissima e grande fu il merito di Mancin nel tenere vivo un gruppo meraviglioso che, come scrivono Casalicchio e Fontanelli nel libro 1893-2006, oltre un secolo di calcio a Rovigo, evitò serie conseguenze per il calcio rodigino. La squadra chiude all’8° posto, vince il campionato il Riccione, allenato da un certo Alberto Zaccheroni. Nel campionato successivo il Rovigo di Eraldo Mancin è protagonista del girone D, assieme al San Marino. Con i “titani”, è una lotta a due fino allo scontro diretto, vinto dai sanmarinesi. Il Rovigo chiude terzo, con qualche primato: quello del miglior attacco, il maggior numero di vittorie esterne (7) e il capocannoniere del girone, Michele Centenaro con 18 gol. L’avventura di Eraldo Mancin sulla panchina del Rovigo, si conclude la stagione successiva, ad ottobre: al suo posto arriva Carlo Spolaore.

Ma Eraldo Mancin, rimarrà per sempre nei cuori dei tifosi di quel Rovigo degli anni a cavallo fra gli ’80 e i ’90, quando si giocava in Interregionale, l’attuale serie D e soprattutto in quello di quei giocatori, Pattaro, Scattolin, Centenaro, Trevisan, Maci, Alberto Vitiello, dei rodigini Zanaga, Brunello, Zuccolo, di Paolo Astolfi, e poi ancora Bersanetti, e Cestari. “Dopo Rovigo e alcune esperienze di qua e di là mi sono stancato disse Eraldo Mancin, nel 2011 ad una cena con i “suoi” giocatori di quel Rovigo, a Diego Costa giornalista del Carlino che seguiva il Carlino in quegli anni. Non ne potevo più di dirigenti che volevano fare di tutto, anche gli allenatori. Invece con questi qua (riferendosi a Brigo, Zannato, Zuolo, Patrese, Ferraresi, dirigenti di quel Rovigo) ci si scontrava anche, ma ci si parlava in faccia, non alle spalle. E poi ognuno stava al suo posto.” Grazie Eraldo. E auguri.

c.a.