"Ho lasciato la serie D Ma non mi sono pentito"

Castellan, 33 anni, scende in Prima Categoria con l’Union Vis Lendinara "Ho fatto una delle scelte più difficili della mia vita, adesso è tutto fermo"

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Un mese fa, la scelta era stata di quelle importanti. Lasciare il calcio di serie D per avvicinarsi a casa, scendendo di tre categorie. Lui è Alessandro Castellan, 33 anni di Bagnolo di Po, e a beneficiare della sua professionalità è stata l’Union Vis, Prima categoria. Tutto bello, primo dello stop, causa coronavirus. "Ho fatto una delle scelte più difficili della mia vita – aveva scritto in un post –. Penso di giocare ancora qualche anno perché non sono pronto per abbandonare del tutto". Questo a metà ottobre. Castellan, uno dei pochi giocatori polesani ad aver vestito le maglie dei club più rappresentativi della provincia, Rovigo, Adria e Porto Tolle, ad agosto si era accasato al Sona, club veronese neopromosso in D. Con una laurea in scienze motorie conseguita nel 2016, all’università di Ferrara, Castellan, avrebbe dovuto, oltre che giocare nel club, lavorare la mattina in una palestra, ma il Coronavirus ha bloccato tutto. Da qui, anche, la decisione di lasciare il Sona, di avvicinarsi a casa ed accettare l’offerta del presidente dell’Union Vis, Domenico Princi. "A Desenzano, dove mi ero trasferito per cominciare l’avventura con il Sona – dice Castellan – era diventato tutto un po’ difficile a causa del virus, così visto che Luca Boldrin (allenatore dell’Union Vis) è un amico, dopo aver parlato con il presidente Princi, sono tornato vicino a casa. Al pomeriggio coordinavo anche l’attività di base del settore giovanile dell’Union Vis". Ora il nuovo stop che ha bloccato l’attività. "Attualmente – dice – sono in Svizzera, a Lugano, dove collaboro con un amico che ha un’attività e per ora, visto che con il calcio lì tutto è fermo, rimango in Svizzera. Anche qui ci sono restrizioni, ma con provvedimenti diversi. Ad esempio, bar e ristoranti chiudono alle 23". Difficile delineare il futuro. "Per ora il presente è qui in Svizzera dove, fortunatamente, posso lavorare", precisa. E con il calcio? "Non so cosa possa succedere, è una situazione che si evolve in base ai contagi. Vedremo". Ti sorprende, dando un’occhiata alla serie D, categoria con la quale hai giocato con quasi 100 presenze, il primo posto del Delta, tua squadra lo scorso anno? "Un po’ come tutti – dice –. E’ sicuramente una sorpresa in positivo. Conosco la bontà delle persone che ci sono a Porto Tolle, da quella del mister, alla società, ai tifosi e ai ragazzi, alcuni dei quali erano con me lo scorso anno e faccio loro un gran in bocca al lupo per il campionato".

Cristiano Aggio