Mostra Battaglini Rovigo, una vita per il rugby

Esposizione in Pescheria su Battaglini, nelle sale torna a vivere un simbolo rossoblù

Il taglio del nastro con l’assessore Roberto Tovo

Il taglio del nastro con l’assessore Roberto Tovo

Rovigo, 20 ottobre 2019 - E’ stata inaugurata la mostra dedicata a ‘Maci Battaglini’, un uomo che ha fatto la storia del rugby. L’esposizione è stata allestita in Pescheria Nuova in occasione del centenario della sua nascita. L’evento è stato organizzato da Mondovale Centro Studi e Documentazione, nell’ambito della 537ª fiera d’ottobre.

«Siamo felici – ha detto l’assessore allo sport Erika Alberghini, presente con il vicesindaco Roberto Tovo –, di sostenere questa iniziativa, che mette in risalto i successi e i traguardi, ma anche la vita, di un grande atleta, che ha fatto conoscere Rovigo anche al di fuori dei nostri confini».

Oggi, alle 18, verrà proiettata la riedizione del docufilm di Saverio Girotto “Le roi des buteurs”. La mostra resterà allestita fino al 21 ottobre. L’ingresso è gratuito. Mario Battaglini è uno dei pionieri della palla ovale nel nostro Paese. Giocatore dal fisico imponente, il suo ruolo era flanker, anche se fu pure seconda linea e apertura.

Battaglini esordì nel 1936 nel campionato italiano della Gil, con la nostra squadra. Nel 1939 la compagine vinse il campionato battendo in finale il Milano per 14-0, Battaglini contribuì con un drop e un calcio piazzato. Nella stagione successiva passò all’Amatori Milano, con cui si laureò campione d’Italia. Nello stesso periodo l’esordio in Nazionale. Fu di nuovo a Rovigo nella stagione 1940/41, poi partì per la guerra per la campagna di Russia. Quando tornò dal fronte nel 1943, disputò gli ultimi tre incontri di campionato con l’Amatori Milano.

Andò in Francia, dapprima al Vienne, poi al Tolone. Decise di tornare in Italia per ricoprire il ruolo di giocatore-allenatore con la maglia rossoblù. Il periodo di gloria durante il quale vinse tre titoli di campione d’Italia consecutivi, tornando a giocare in Nazionale. Nel 1953 passò al Treviso, sempre come giocatore-allenatore. Con lo stesso ruolo chiuse la carriera agonistica nel Bologna. Allenò anche le Fiamme Oro di Roma e il Petrarca di Padova. Fu soprannominato in Francia ‘Le grand Batta’ e ‘Le roi des buteurs’ (Il re dei marcatori ndr.) per la sua precisione nei calci piazzati. Tra i suoi capolavori la trasformazione tra i pali di un piazzato da 63 metri dalla linea di meta, ai tempi del Vienne. A seguito di un investimento automobilistico il 29 dicembre 1970 mentre era in bicicletta a Padova, morì nella clinica chirurgica universitaria il capodanno successivo per via dei traumi riportati. Aveva 51 anni .