"Ritrovare la forma? Un’impresa"

Dall’Union Vis Lendinara allo Scardovari, il calcio dilettantistico è fermo al palo da giorni. Giocatori e allenatori si interrogano sul futuro. Con un punto fermo, la salute viene prima

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Non si respira un’aria leggera all’interno del calcio dilettantistico polesano. Pochi giorni di stop e la consapevolezza che la soluzione del problema non sarà a breve, hanno di fatto spento l’entusiasmo che aveva caratterizzato la fase iniziale della stagione. E il futuro è incerto, al solito non si capisce come sarà affrontata l’eventuale ripresa e le società, ovviamente, navigano a vista. Allenamenti sospesi, condizione che sarà da ritrovare e calendario delle gare che, nella migliore delle ipotesi, subirà logici aggiustamenti, lasciano spazio a ragionamenti legittimamente pessimistici. Anche perché, e di questo qualcuno dovrà tenere conto, le società si sono esposte sia economicamente, iscrizioni ai campionati, tesseramenti, acquisto di dispositivi di protezione, sia dal punto di vista di un maggiore impegno organizzativo. Domande rispetto alla questione ne sorgono tante, una su tutte è quella che tocca direttamente la macchina organizzativa: a fronte di un’ampiamente prevista seconda ondata non era forse più opportuno, almeno per i dilettanti, attendere qualche mese prima di avviare il carrozzone? Vediamo come gli addetti ai lavori stanno vivendo questo periodo di sospensione. Lo abbiamo chiesto a giocatori, allenatori e dirigenti. Erjon Dervishi, attaccante dell’Union Vis Lendinara, Prima categoria: "Di certo non è un bel periodo per chi ama questo sport però è chiaro, prima di tutto deve venire la salute di ciascuno di noi". Luca Bevilacqua, attaccante della Villanovese, distingue il pubblico da privato: "Partendo dal presupposto che è una situazione difficile per tutti, io tutto sommato questo periodo lo sto vivendo abbastanza bene. Sono convinto che se ciascuno di noi riuscirà a rispettare restrizioni e comportamenti adeguati prima o poi questo maledetto virus se ne andrà. E calcisticamente penso sia il caso di avere il medesimo atteggiamento. Però per noi dilettanti è un po’ più difficile. Quando ci sono stop così prolungati la ripresa diventa più complicata. Per tornare a giocare nel 2021 dovremo fare un’altra preparazione ma bisogna adeguarsi e fare il possibile per tornare a correre e giocare come prima". Fabrizio Zuccarin, tecnico dello Scardovari, nonostante tutto resta solidamente sul pezzo: "Continuo a mantenere il rapporto con i giocatori e ho mandato a tutti un programma di allenamenti individuali. E’ troppo tempo che siamo fermi e i messaggi, per forza di cose, sono sempre più freddi. Siamo in attesa di sviluppi, nonostante io sia una persona positiva, per quanto riguarda la ripresa comincio ad essere un pochino pessimista. Staremo a vedere". Fabio Garbellini, presidente della Ficarolese: "Senza calcio io sto male. La domenica senza la partita non è domenica. Ciò che più mi preoccupa, sono i ragionamenti che si rincorrono sulla ripresa dei campionati. Mi auguro non si vada verso un ridimensionamento del calendario. Se si riprende, a mio avviso, bisogna andare fino in fondo".

Sandro Partesani