Artrosi, una nuova cura al Rizzoli di Bologna

Si chiama ‘Tame’: sostanze embolizzanti vengono veicolate nelle arterie periferiche. Eseguiti già 8 interventi su pazienti affetti da patologie degenerative infiammatorie delle articolazioni a livello del ginocchio

Artrosi, una nuova cura al Rizzoli di Bologna

Bologna, 11 marzo 2025 – Dietro la difficile sigla Tame (Transcatheter Arterial Micro-Embolization) c’è in realtà un bel passo avanti nella ricerca e la cura di patologie degenerative infiammatorie delle articolazioni (artrosi). In prima linea, l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dove finora sono stati eseguiti 8 interventi su pazienti affetti da queste patologie a livello del ginocchio.

Approfondisci:

Neurochirurgia, 200 operazioni con pazienti svegli: c’è anche una mamma che allatta durante l’intervento

Neurochirurgia, 200 operazioni con pazienti svegli: c’è anche una mamma che allatta durante l’intervento

Leggi anche: Tumori, mortalità in calo ma non per tutti

Il trattamento consiste nell’introduzione attraverso l’arteria, in genere quella femorale, di cateteri (piccoli tubicini) che veicolano nelle arterie periferiche sostanze embolizzanti riassorbibili, che vanno a chiudere i vasi del microcircolo che alimentano l’infiammazione tissutale. L’efficacia del trattamento dipende da ogni singolo caso e ha una durata variabile (da alcuni mesi fino all’anno), ma può essere ripetuto.

Approfondisci:

Leucemia, la scoperta al Sant’Orsola. “Le cellule si parlano in ‘codice’”

Leucemia, la scoperta al Sant’Orsola. “Le cellule si parlano in ‘codice’”

La tecnica

Questo procedimento è reso possibile, oltre che dall’alta specializzazione del personale del Rizzoli, anche dalla presenza in Istituto di una sala angio-suite: acquisita grazie a un investimento di 2 milioni di euro, è dotata di un angiografo digitale, di una TC (Tomografia Computerizzata) a 128 strati con doppia energia e di un ecografo per la localizzazione delle strutture anatomiche più superficiali.

“Al momento si trattano con la Tame solo forme infiammatorie che non hanno una certa indicazione di trattamento chirurgico per la protesi o nelle quali l’intervento è sconsigliato” - precisa Giancarlo Facchini, responsabile della Radiologia interventistica angiografica della Struttura di Radiologia Diagnostica e Interventistica del Rizzoli diretta dal dottor Marco Miceli. - Tra questi pazienti, il trattamento non è comunque applicabile a tutti: viene preso in considerazione se le altre opzioni ‘standard’ (oltre all’intervento chirurgico, infiltrazioni, fisioterapia ecc…) non sono percorribili o non hanno avuto esiti positivi. Questa tecnica rappresenta un’opzione in più, già avvalorata da pubblicazioni scientifiche a livello internazionale”.

L’iter terapeutico

Il percorso che può portare all’utilizzo della Tame segue quindi un iter ben stabilito, che prevede innanzitutto una visita ortopedica, in seguito una valutazione multidisciplinare fra specialisti e infine - se ritenuto opportuno - il consulto e la valutazione di fattibilità dell’equipe dei radiologi interventisti angiografisti. “L’Istituto Ortopedico Rizzoli si conferma all’avanguardia anche nello sviluppo di questa nuova tecnica mini-invasiva, sicura ed efficace, nei casi in cui è indicata - sottolinea Andrea Rossi, direttore generale del Ruzzoli -. In particolare, nei pazienti più giovani, la microembolizzazione può consentire di procrastinare l’intervento di sostituzione protesica, e può risultare utile anche nel caso di grandi anziani”.