MONICA RASCHI
Salute

Artrosi, tecnica rivoluzionaria a Bologna: come accedere

La nuova terapia viene effettuata sia al Rizzoli che al Sant’Orsola. Può essere fatta a qualsiasi età, ma è necessaria una visita ortopedica per capire se il paziente è idoneo o meno

L'équipe di Radiologia Interventistica dell'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna

L'équipe di Radiologia Interventistica dell'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna

Bologna, 7 aprile 2025 – Una tecnica rivoluzionaria per la terapia dell’artrosi che viene effettuata sia al Sant’Orsola di Bologna, soprattutto al ginocchio e al Rizzoli dove viene applicata anche a caviglia, spalla e a un’area specifica del femore. Di cosa si tratti lo spiega Giancarlo Facchini, responsabile della Radiologia angiografica dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna.

Dottore, in che cosa consiste questa nuova terapia per l'artrosi?

“Viene effettuata in anestesia locale, si punge con un ago l’arteria femorale e attraverso dei tubicini chiamati cateteri si raggiungono le articolazioni infiammate. I cateteri servono a iniettare sostanze che chiudono alcuni vasi sanguigni con materiale embolizzante, cioè in grado di bloccare il flusso sanguigno che alimenta l’infiammazione. Si tratta quindi di un intervento di radiologia interventistica, che prevede la chiusura selettiva di alcuni vasi sanguigni a scopo terapeutico”.

Attualmente questa terapia viene effettuata soprattutto per l’artrosi al ginocchio. È possibile applicarla anche su altre parti del corpo?

“Al Rizzoli stiamo trattando i primi casi di fascite plantare, di artrosi di caviglia, alla spalla e ai trocanteriti, che è un’area del femore”.

A chi è destinata principalmente questa terapia? Ci sono limiti di età?

“Non ci sono limiti di età o altri requisiti a priori, ma l’efficacia del trattamento dipende da ogni singolo caso e ha una durata variabile che può andare da alcuni mesi fino a un anno e può essere ripetuto nel tempo. Considerato tutto questo occorre un’accurata procedura per verificare se è la soluzione migliore per il paziente: è una terapia destinata a quei pazienti per i quali le altre opzioni come le infiltrazioni o la fisioterapia, oltre all’intervento chirurgico, non sono percorribili o non hanno avuto esiti positivi”.

Quanti sono i casi trattati finora al Rizzoli?

"A oggi i pazienti che noi abbiamo trattato sono dodici”.

Qual è l’iter da seguire al fine di verificare se il paziente può essere sottoposto a tale terapia o meno?

“C’è bisogno di una visita-filtro di tipo specialistico, da effettuare al Rizzoli oppure al Sant'Orsola: si tratta di una visita ortopedica che è prenotabile al Cup con la prescrizione del medico di medicina generale. Effettuata tale visita, ci sarà una valutazione multidisciplinare per confermare l’idoneità a trattamento”.