
A fare uso della nuova tecnologia sono le specialità di Chirurgia generale e Urologia dell'ospedale di Ravenna
Ravenna, 17 giugno 2025 – Centocinquanta. È il numero di interventi che l’Ausl programma di fare all’ospedale di Ravenna quest’anno utilizzando il robot chirurgico acquistato grazie a un investimento di circa un milione donati da Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Ail Ravenna e Confindustria Romagna.
L’attività chirurgica robotica, collocata nel nuovo blocco operatorio inaugurato in primavera, è partita il 10 giugno: sono stati effettuati i primi cinque interventi. A fare uso della nuova tecnologia sono le specialità di Chirurgia generale e Urologia, le due discipline dove il robot ha mostrato i maggiori benefici clinici: a Ravenna questo si traduce nei reparti di Chirurgia generale 1, Chirurgia generale 2 e Urologia.
Al momento sono 24 gli operatori formati. I primi riscontri sono positivi: “Ho vissuto il risveglio e la fase pre intervento dei cinque pazienti – dice Marina Terzitta, primaria di Anestesia e Rianimazione – e la mia percezione è stata molto positiva. Da ravennati sono contenti di poter accedere a questo tipo di percorso, c’era chi si chiedeva come mai in altri presidi della Romagna fosse disponibile e qui no”. E per il futuro “l’azienda crede molto in questa tecnologia, ci sarà un incremento – dice Valentina Sisti, ingegnere gestionale e referente della direzione del dipartimento chirurgico –. Già adesso abbiamo fatto un vero e proprio investimento, non soltanto in termini di personale: c’è un processo di incremento dell’équipe. In futuro verrà coinvolta anche la branca ginecologica e probabilmente la chirurgia toracica”.

Per l’Urologia al momento a Ravenna è possibile sottoporsi alla prostatectomia con chirurgia robotica. “Tante persone hanno bisogno di questo tipo di trattamento per il tumore alla prostata, il tumore maschile più frequente – dice il primario di Urologia di Ravenna, Faenza e Lugo Salvatore Voce –. Rispetto alle altre tecniche chirurgiche, la tecnologia robotica permette di avere migliori riscontri funzionali per i pazienti, migliorando i risultati relativi a continenza urinaria e disfunzioni sessuali. In futuro sarà possibile effettuare anche interventi di chirurgia renale”.
Il robot viene poi impiegato anche nella chirurgia contro le patologie del colon retto: “Tumori, malattie infiammatorie intestinali o anche malattie benigne come la diverticolite – dice il primario di Chirurgia generale 1 Giampaolo Ugolini –. In una fase successiva passeremo alla chirurgia dello stomaco e del retto”. Per partire è servita parecchia preparazione: “La formazione è iniziata circa un paio di mesi fa con incontri settimanali con esperti di questa tecnica e un simulatore – dice Nicola Fabbri, primario di Chirurgia generale 2 –. Il robot esalta il gesto chirurgico e dà ottimi risultati”.
La precisione del robot porta a degenza ospedaliera più breve, minori perdite ematiche, rischio ridotto di complicanze post-operatorie, tempi di recupero più brevi e miglioramento della qualità della vita dopo l’intervento. Per comporre l’équipe è stato fondamentale anche il supporto di infermieri e farmacisti, con la guida della coordinatrice infermieristica del blocco operatorio Arianna Cilli e del farmacista referente del dipartimento chirurgico Giovanni Orlando. “È stato un grande impegno multidisciplinare – dice Costanza Marino, direttrice del dipartimento chirurgico –, che ha visto impegnate tantissime figure”.