
Francesca Fiori, forlivese di 32 anni
Forlì, 10 giugno 2025 – La rinascita ha il profumo dell’inchiostro e il nome di una stagione. Dopo anni trascorsi a convivere con un disturbo del comportamento alimentare, Francesca Fiori, forlivese di 32 anni, ha trovato nella scrittura un modo per riannodare i fili della propria storia. Ne è nato ‘La Mia Primavera’ (pubblicato da Writers Editor), un libro coraggioso che racconta il difficile cammino attraverso l’anoressia. Il volume sarà presentato domani alle 18, nella sala MenoUno della Libreria Mondadori al Mega (corso della Repubblica 144). A dialogare insieme all’autrice, la scrittrice Ilaria Spadaccini. Il testo è disponibile sul sito www.gruppowriterseditor.it.
Fiori, quando sono emerse le prime difficoltà con il cibo?
“Il disturbo è iniziato nel 2012, subito dopo il Liceo scientifico. Mi sentivo delusa perché non avevo raggiunto i risultati che speravo alla maturità. Ho iniziato a ridurre l’alimentazione e a perdere peso. Il mio disturbo è cresciuto piano piano, come una palla di neve che rotola e diventa sempre più grande”.
Poi cos’è successo?
“Una volta laureata in Infermieristica ho iniziato subito a lavorare ma non era quello che volevo: nel 2021 mi è stata diagnosticata una grave depressione. Per controllare il peso mangiavo quasi solo frutta e verdura, praticavo attività fisica intensa e usavo purghe e lassativi. Non sono mai riuscita a indurmi il vomito. Nonostante il sottopeso e l’amenorrea sono rimasta incinta dei miei bimbi, Michele e Cecilia. Un vero miracolo. Poi mi sono dimessa e ho iniziato a lavorare come ausiliaria in un asilo nido. Ne è nata una passione e oggi sono iscritta al corso per diventare educatrice nei servizi per l’infanzia all’Università di Bologna”.
Quando ha capito di aver bisogno di aiuto?
“Nel 2019 sono stata presa in carico da un’equipe multidisciplinare all’ospedale di Forlimpopoli ma seguivo le indicazioni solo per dovere. Pensavo fosse impossibile guarire, vivevo a metà. Poi ho visto il docu-film ‘Fame d’Amore’ (una serie che raccoglie le storie di giovani con disturbi alimentari) co-condotto da Leonardo Mendolicchio, responsabile del centro Auxologico in provincia di Verbania. Nel 2024 mi sono affidata alle sue cure: il ricovero è durato cinque settimane e ogni giorno mi sottoponevo a trattamenti personalizzati. Oggi sono libera dall’anoressia”.
Com’è nata l’idea di realizzare un libro?
“Una delle terapie era quella di tenere dei diari quotidiani: annotavo i cibi che mangiavo e i miei pensieri. Scrivere mi ha aiutato a capirmi di più. Una volta tornata a casa ho messo insieme tutti i miei appunti ed è nato questo volume. Il titolo rappresenta la mia rinascita: mentre ero ricoverata ha nevicato molto, poi all’improvviso ho visto sbocciare la primavera, un simbolo di speranza”.
Qual è il messaggio che vorrebbe lasciare ai lettori?
“Vorrei far capire che i disturbi alimentari non sono capricci, chi ne soffre cerca di urlare al mondo il suo disagio. Le situazioni croniche sono le più pericolose. Inoltre, è importante chiedere aiuto a professionisti che lavorano in rete. Mi piacerebbe portare il libro nelle scuole per sensibilizzare i giovani su questo tema. Ne ho parlato anche con l’assessora alle Politiche educative Paola Casara, che vorrebbe creare un evento alla Fabbrica delle Candele”.