
L’Elicobacter Pylori: un ‘ospite’ sgradito dello stomaco che in pochi conoscono, ma che è molto facile debellare, prima che arrechi danno
Bologna, 4 febbraio 2025 - L’Helicobacter Pylori: un ‘ospite’ sgradito dello stomaco che in pochi conoscono, ma che è molto facile debellare, prima che arrechi danno. Sono infatti solide ed efficaci le terapie possibili, che sono state illustrate nel corso della trasmissione di Rai3 Elisir dal professor Dino Vaira, docente di medicina interna all’università di Bologna e professionista del policlinico Sant’Orsola.
Helicobacter: cos’è e che sintomi può causare
“Intanto non è un elicottero – spiega scherzando il dottor Vaira - come spesso mi chiedono i pazienti, ma un batterio. Un batterio purtroppo veramente poco simpatico: la sintomatologia tipica comprende difficoltà nella digestione, nausea, malattia da reflusso, difficoltà nell'evacuazione, problemi intestinali, ma può influire sull'assorbimento dei nutrienti, interagire con il sistema immunitario e dare problemi persino al cuore, al pancreas nel bambino, alla tiroide, problemi di infertilità. Purtroppo, la sua presenza è correlata anche ad un tumore dello stomaco”.
Come si contrae l’Helicobacter Pylori
“Strano ma vero, lo prendiamo dalle nostre mamme: nella fascia che va da 0 a 3 anni, quando ci allattano, ci danno da mangiare, ci assaggiano la pappa, con i ciucci o i biberon in cui vi è scambio di saliva tra madre e bimbo. Dopo i tre anni, non si può più essere contagiati. Su 60 milioni di italiani, 20 milioni hanno questa infezione, altri 40 milioni invece non la hanno. E dei 20 milioni positivi, solo la metà è sintomatica, per cui è importante verificarne la presenza per arrestare la trasmissione ai bambini”.

Come si individua la presenza e come si cura l’Helicobacter Pilori?
Spiega Vaira: “Si può diagnosticare tramite la gastroscopia, oppure tramite il test del respiro, un semplice esame fattibile per tutti e non invasivo. Solo se questo è positivo, si va ad effettuare la gastroscopia eventualmente. Per quanto riguarda la terapia all'Università di Bologna abbiamo codificato ormai più di 10 anni fa la terapia per l'Helicobacter, che è stata anche recepita FDA americana. Questa terapia, cosiddetta sequenziale, si compone di un protettore dello stomaco e un antibiotico per 5 giorni. Poi per altri 5 giorni, sempre col protettore dello stomaco, altri due antibiotici. In questo modo si riesce a debellare il batterio e a guarire completamente nel 99 per cento dei casi”.
Quali misure possono essere adottate per prevenire l’infezione?
Conclude il dottor Vaira: “Non ci sono veri e propri consigli di prevenzione, se non di far sì che le madri non possano trasmetterlo ai bambini, quindi consiglio a tutte le donne di sottoporsi al test non invasivo del respiro e di farlo fare anche ai propri figli, se una donna ne ha già avuti. L’importante è non aspettare i sintomi, specie quelli importanti, ma al primo sintomo anche banale vale assolutamente la pena fare questo test. Questo test è l'unico test in medicina che si fa una volta nella vita”.