Rara malattia al fegato, intervento senza precedenti ad Ancona

Il paziente aveva ricevuto un trapianto nel 2016, poi si è presentata la sindrome di Budd-Chiari. Grazie alla collaborazione multidisciplinare di più strutture dell’azienda ospedaliero universitaria ora è salvo e senza rischio di recidiva: è già tornato al lavoro

Da sinistra, Il dottor Roberto Candelari, il Professore Gianluca Svegliati Baroni e l’equipe coinvolta nel caso

Da sinistra, Il dottor Roberto Candelari, il Professore Gianluca Svegliati Baroni e l’equipe coinvolta nel caso

Ancona, 7 febbraio 2025 – Seguito per mesi, operato e dimesso dopo pochi giorni alla vigilia del Natale scorso, è già tornato al lavoro: all’ospedale di Torrette il primo caso, senza precedenti, di un paziente con una rara malattia al fegato, che lo aveva messo a rischio vita.

L’uomo, un cinquantenne marchigiano, è stato salvato grazie alla collaborazione multidisciplinare di più strutture attive all’interno dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche.

Baroni e Candelari: “Un nuovo trapianto di fegato non era proponibile”

Il paziente aveva ricevuto un trapianto di fegato nel 2016 a causa di una malattia rara chiamata sindrome di Budd-Chiari. Fino a qualche mese fa stava bene, ma poi la malattia ha creato altre complicanze.

 “Il fegato del paziente era di nuovo cirrotico e non esistevano troppe alternative, quell’ostacolo andava rimosso e soprattutto era diventata una corsa contro il tempo” spiegano il professor Svegliati Baroni e il dottor Roberto Candelari.

“Con i colleghi chirurghi abbiamo a lungo discusso, ma un nuovo trapianto non era proponibile – continuano –, e non avevamo molte alternative con il fegato compromesso e quelle enormi dilatazioni venose, si rischiava o una nuova insufficienza epatica o una emorragia massiva: bucare la vena cava avrebbe provocato conseguenze gravissime”.

Recupero rapido e nessuna recidiva

“In poche ore abbiamo risolto un caso privo di aneddotica clinica intervenendo per via percutanea e senza lasciare cicatrici, consentendo al paziente un recupero rapido – aggiunge il dottor Roberto Candelari – Con le vecchie modalità sarebbero serviti molti più giorni di degenza, così, al contrario, ha potuto festeggiare il Natale in famiglia. La nostra Radiologia Interventistica è l’unica operativa h24 nelle Marche e non solo”.

Il 50enne non è stato soltanto salvato da una serie di conseguenze gravissime, a rischio della vita, ma d’ora in avanti la recidiva post-trapiantologica non potrà più ripresentarsi.