
L'ingegnere di 87 anni è stato salvato dalla prontezza di un tecnico di laboratorio e dall'abnegazione del suo medico di famiglia: ecco la storia di buona sanità
Bologna, 12 aprile 2025 – C’è la sanità delle liste di attesa e della burocrazia, ma c’è anche quella che azzera i malfunzionamenti in un colpo e salva la vita a un uomo.
È quello che è successo all’ingegner Mario Salmon, 87 anni, residente a Bologna, qualche settimana fa.
Fibrillazione atriale: nuova tecnica di ablazione
Ingegnere, può raccontare quello che è accaduto?
"Al mattino avevo fatto le analisi del sangue di controllo senza che vi fossero particolari problemi, ma per fare un check di routine. Erano circa le 20 e stavo per iniziare la cena quando è squillato il telefono: era il mio medico di famiglia”.

Che cosa le diceva?
"Di andare subito in Pronto soccorso. Appurato che non si trattava di uno scherzo, gli ho risposto che avrei seguito il suo consiglio, ma che prima cenavo. Naturalmente stavo cercando di sdrammatizzare”.
Ha un tumore di 4 chili: operato
E lui come ha reagito?
"Mi ha detto di andare immediatamente perché c’era un valore che non andava bene ed era pericoloso. Quindi ha raccomandato di andare subito in Pronto soccorso perché lo avevano chiamato direttamente dal laboratorio dell’Ausl, io avevo fatto i prelievi al Maggiore, dicendo appunto che c’era questo esame con valori molto allarmanti e c’era il rischio di perdere il paziente”.
A quel punto immagino sia andato in ospedale.
"Beh certo. C’era una iperpotassemia e, siccome, mi hanno spiegato che il potassio è utilizzato per le esecuzioni capitali ho pensato bene che era meglio muoversi in fretta. Un alto valore di potassio nel sangue può gravissimi problemi al cuore (può provocare aritmie con esiti mortali, ma anche danni muscolari e al sistema nervoso, ndr)”.
Cesare Faldini del Rizzoli spiega la lombalgia
È andato al Pronto soccorso del Maggiore?
"No, a quello del Sant’Orsola perché è più comodo rispetto alla mia abitazione. Ho preso il mio e-book e siamo andati”.
In ospedale cosa è successo?
"Ho atteso un po’ per il triage, ma subito dopo hanno subito iniziato la terapie. E’ stata una notte lunga perché mi hanno fatto fleboclisi, vari prelievi di sangue al fine dei controlli. Il Pronto soccorso è sempre un posto drammatico con gente che corre, persone che stanno molto male, che urlano, ma dal punto di vista clinico sono stato curato con estrema efficienza. Poi c’era mia figlia a farmi compagnia”.
È stato ricoverato?
"No, anche se in un primo momento sembrava dovessi andare in reparto. Quindi ho telefonato a mia moglie di portarmi un po’ di cose e lei è arrivata con materiale per ‘sopravvivere’ in ospedale almeno un anno. Poi quando è arrivata hanno detto che non mi ricoverano, quindi abbiamo ripreso tutti i nostri bagagli e siamo tornati a casa”.
C’è un messaggio chiaro, in tutta questa vicenda, che lei vuole inviare, ingegnere?
"Devo sottolineare che una persona fa le analisi, come altre migliaia di persone ogni giorno. Non so se sia un caso raro o meno, non lo so. Però so che qualcuno, in quel laboratorio, ha visto che c’era un dato molto pericoloso. Ha avvisato il mio medico che, anche lui, fuori dagli orari di lavoro, aveva il cellulare attivo e mi ha chiamato. Una catena di eventi fatti da persone che hanno lavorato, probabilmente, al di là di quello che era al di là degli orari normali”.
Come sta adesso?
"Bene, a parte un po’ di paura, non c’è stato dolore se si escludono tutte le ‘farfalline’ che si devono tenere per eseguire gli esami del sangue durante l’osservazione. Il mio sangue è tornato a essere ‘insipido’ e il mio vecchio cuore fuori pericolo. Avrei voluto offrire una bottiglia di bollicine all’analista che ha visto il mio valore sballato”.
E non c’è riuscito?
"Ne ho acquistate due. Una l’ho data al mio medico di famiglia con il quale ho un ottimo rapporto. Per l’altra ho telefonato al laboratorio, ma mi hanno detto che sono in tanti, era difficile risalire a chi era in servizio quella sera. Quindi l’intenzione c’era, ma non si è potuta concretizzare. Comunque ho inviato una mail all’ufficio rapporti con il pubblico dell’Ausl e ho segnalato questa bella cosa. Era doveroso”.