
Fabio Davoli con Nunzia De Salvo e la riproduzione dello sterno della paziente
Bologna, 8 febbraio 2025 – Un tumore osseo che riappare dopo nove anni e attacca con violenza lo sterno: per debellarlo all’Istituto Rizzoli riproducono la gabbia toracica in 3D, ne viene costruita una in titanio che viene impiantata nella paziente.
Spiega il complesso intervento Fabio Davoli, direttore della Chirurgia toracica del Rizzoli: "Eravamo in presenza di un condrosarcoma che era stato operato a Messina nove anni prima, ma che si era ripresentato nello sterno, nella zona che interessava anche le clavicole e andava debellato. È stata fatta una progettazione assieme ai nostri ingegneri bio-medici che è durata tre mesi. Che ha funzionato così: è stata eseguita una tac del torace con una risoluzione in 3D, gli ingegneri hanno sviluppato il modello della protesi in titanio (che è stata fisicamente prodotta in Spagna, alle Canarie) e le linee di taglio – spiega il chirurgo –. Poi l’intervento: il primo in Italia con questa protesi sterno-biclavicolare custom-made per un condrosarcoma dell’osso. L’operazione fatta il 26 novembre è durata sei ore".
La paziente, come precisa Davoli, "è stata dimessa il 20 dicembre e pochi giorni fa ha fatto una tac di controllo che è andata bene. Questo intervento è stato possibile perché eseguito da un’équipe multidisciplinare composta dal mio collaboratore Marco Trotta, chirurgo toracico del Rizzoli, Rodolfo Pini, chirurgo vascolare del Sant’Orsola ed Enrico Guerra, direttore del reparto di Spalla-Gomito del Rizzoli".
Nunzia De Salvo, 66 anni, di Messina, sposata, due figli che vivono uno a Milano e uno a Carrara: è la paziente con lo sterno e le clavicole in titanio. "Il tumore è stato scoperto quasi dieci anni fa, una specie di noce sullo sterno – racconta –. Sono stata operata a Messina, ma non avevano capito bene di cosa si trattava: lo hanno compreso solo dopo l’esame istologico e mi hanno detto che era meglio fare anche un altro intervento. Il mio medico mi ha detto di andare subito al Rizzoli – precisa –. Qui ho conosciuto il dottor Giuseppe Bianchi e sono stata seguita qui a Bologna. Per circa dieci anni non ci sono stati problemi. Poi guardandomi allo specchio mi vedevo la clavicola un po’ storta, sono andata dal mio medico di famiglia che mi ha detto di fare subito una risonanza: c’era una recidiva nello sterno".
La donna racconta dell’immediata partenza per il Rizzoli dove "il dottor Bianchi si ricordava del mio caso e dopo tutti gli accertamenti la conferma. Con il dottor Davoli hanno studiato come intervenire e deciso per la protesi su misura. Confesso che quando mi hanno fatto la proposta avevo dei dubbi – ammette –. Si trattava di avere uno sterno in titanio, ma anche la mia famiglia era d’accordo. Quindi ho deciso e ora sono qua, a due mesi dall’intervento. Riesco a fare quasi tutti i movimenti – precisa –. Mi sento ancora un po’ come dentro una gabbia, ma mi devo abituare. Senza l’intervento non so che futuro avrei avuto".