Bologna, 12 maggio 2025 – L’ematologia bolognese si conferma, ancora una volta, come eccellenza nazionale e come condottiera sul fronte più innovativo contro i tumori del sangue.
Infatti, con 240 pazienti trattati finora con terapie CAR-T, prima terapia genica personalizzata contro il cancro, l’Istituto Seràgnoli, prosegue il cammino dell’ematologo Sante Tura, al quale sarà dedicato l’Hematology Summit che da domani fino a giovedì vedrà proprio Bologna ospitare un meeting internazionale sull’Ematologia.

Dei 240 casi, – 190 linfomi, 46 mielomi e 4 leucemie acute linfoblastiche -, il 40% dei pazienti proviene da fuori regione posizionando l’Emilia Romagna tra le ‘’capofila nell’utilizzo delle terapie CAR-T”, e vedendo crescere l’ematologia bolognese “in maniera esponenziale”, come ricordato da Pier Luigi Zinzani, professore di ematologia professore di ematologia dell’università di Bologna e direttore dell’istituto Seràgnoli. Questa crescita ha portato, inevitabilmente, a ragionare e investire su ulteriori produzioni di Car-T accademiche, ossia prodotte in ambito ospedaliero-accademico a scopo no profit.
Così il prossimo anno la ‘Cell factory’ del Policlinico Sant’Orsola, che muoveva i primi passi nel 2022 con un investimento del IRCCS Sant’Orsola per ricerche cliniche su pazienti di ematologia sottoposti a terapie cellulari, inizierà la prima fase di produzione a regime pubblico, seguita poi da una seconda fase del progetto che prevede la costruzione di 8 laboratori (che si aggiungono alle due camere bianche che verranno terminate entro la fine di quest’anno), all’interno del Polo ematologico situato accanto all’attuale Istituto Seràgnoli.

''L'attività di ricerca scientifica – informa la direttrice generale del Policlinico Sant’Orsola Chiara Gibertoni – è fondamentale per lo sviluppo di settori pionieristici come le CAR-T, è stata ampiamente potenziata anche alla maggiore capacità di attrarre finanziamenti''.
''Nel 2023 – continua – , i fondi destinati alla ricerca scientifica hanno sfiorato quota 30 milioni di euro, il 63% in più dell'anno precedente e più del triplo rispetto al 2021''.
La posizione di prestigio del Policlinico di Sant'Orsola, dal 2021 fino a oggi, ha consolidato la sua posizione mediante la partecipazione a reti di ricerca europee, attraverso programmi come Horizon Europe e EU4Health, e alla collaborazione con altri IRCCS e università italiane, oltre alle importanti collaborazioni nell'ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Piano Nazionale Complementare (PNC), che hanno previsto finanziamenti per progetti di ricerca avanzata.
A garantire, inoltre, supporto alla ricerca scientifica, anche Ail (associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma), che si occupa, inoltre, di assistere i pazienti e informarli in merito alla terapia CAR-T che, come precisa Giuseppe Toro, presidente Ail, ''non è ancora disponibile per tutti i malati oncoematologi''.
Infatti, la personalizzazione della terapia genica innovativa, essendo prodotta dalle cellule del paziente, ha bisogno di soggetti che dispongano di precisi requisiti clinici.
Ciononostante, la risposta positiva ottenuta fino ad ora dalla terapia non lascia dubbi su prospettive future sempre migliori, anche a livello di sostenibilità economico sanitaria: ''Gli investimenti sulla ricerca scientifica, anche richiesti alla cittadinanza - afferma Massimo Fabi, assessore regionale alle politiche per la salute, in merito all’introduzione dei nuovi ticket sui farmaci –, è necessario per poter continuare a garantire una sanità sempre più all’avanguardia per tutti'', conclude.
Cos’è la terapia CAR-T
CAR-T è una delle terapie più innovative nella lotta contro leucemie, linfomi e mieloma resistenti alle cure tradizionali.
Le CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell) consistono nella modifica genetica dei linfociti T del paziente per renderli capaci di riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
Si tratta di una terapia ad alta complessità, oggi sperimentata solo in centri altamente specializzati. L’istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli” dell’Azienda Ospedaliera Sant’Orsola di Bologna è uno di questi.