“Viva per miracolo grazie a quei medici”

La testimonianza di Clara Buscalferri che si era rivolta al presidio sanitario di Camerino prima del trasporto a Torrette: “Non chiudete i piccoli ospedali. Nessuno si deve sentire cittadino di Serie B e anche chi vive in montagna ha il diritto di salvarsi”

Clara Buscalferri ha raccontato la sua drammatica esperienza che per fortuna si è conclusa con un lieto fine

Clara Buscalferri ha raccontato la sua drammatica esperienza che per fortuna si è conclusa con un lieto fine

Macerata, 19 aprile 2025 – "Sono viva per miracolo”, inizia così il racconto drammatico di Clara Buscalferri, ex responsabile dell'Ufficio turismo di piazza della Libertà a Macerata, oggi in pensione. La 69enne di Caldarola, in provincia di Macerata, spiega emozionata quello che successe il 21 dicembre dello scorso anno: “Sono viva perché ho incontrato medici di valore e un presidio sanitario nell'entroterra che ha permesso di intervenire bene e in fretta”.

Quel giorno un forte dolore alla spalla porta Clara a contattare il medico di base. Quest'ultimo la invita a recarsi immediatamente al Pronto soccorso di Camerino (Macerata). Constatata la gravità, probabile dissezione aortica, i medici la trasferiscono, con eliambulanza, all'ospedale Torrette di Ancona.

"Mentre eravamo in volo - racconta - ricordo che un operatore ha aperto la tendina dell'elicottero e mi ha fatto notare che ci trovavamo sopra la Basilica di Loreto. Quando siamo arrivati, grazie alla precisione dei medici dell'ospedale di Camerino che avevano passato le consegne ai colleghi di Torrette, la sala operatoria era già pronta ed è iniziato un intervento durato oltre dodici ore. Il lavoro del dottor Carlo Zingaro e della sua equipe è stato eccellente".

Così, dopo la battaglia di diversi giorni in Rianimazione, la degenza in Cardiochirurgia e la riabilitazione al Santo Stefano di Porto Potenza Picena, oggi Clara è a casa. Viva. "Non so se sarei qui se non fossi andata all'ospedale di Camerino. Vorrei che la mia esperienza servisse a far riflettere sull'importanza di mantenere aperti e funzionanti gli ospedali dell'entroterra. Nessuno è cittadino di Serie B e anche chi vive in montagna ha il diritto di salvarsi”, conclude, appellandosi alla buona politica affinché facciano il possibile per mantenere aperti i presidi ospedalieri.