L’inizio degli anni Ottanta vive gli ultimi, pur sensazionali, colpi di coda degli “anni di piombo” (che sarebbe più corretto defi nire di “piombo e passioni”, vista l’intensità con cui veniva vissuta la politica e le importanti innovazioni che si ebbero, per esempio, nel diritto del lavoro e nel diritto di famiglia) e l’inizio di quelli che qualcuno ha defi nito gli “anni del rifl usso”. Il terreno su cui avevano prosperato ideali di impegno politico e sociale appare desertifi cato e si assiste ad un ripiegamento nel privato, ove la TV offre dosi massicce di “anestetizzanti” sociali, con soap opera e telenovelas sempre più diffuse. Sembra quasi che il salotto di casa abbia sostituito le piazze. Da quel salotto si seguono, però, anche gli eventi che fanno del 1981 un anno diffi cile per l’Italia. È l’anno dell’attentato al papa, di omicidi e sequestri tra cui quello, “fi rmato” dalle Brigate Rosse, di Ciro Cirillo, particolarmente inquietante per l’indiscrezione, poi confermata, del ricorso da parte del governo al camorrista Cutolo per avviare e condurre le trattative con i brigatisti. Il 1981 è anche l’anno della pubblicazione della lista degli affi liati alla loggia massonica P2 (sono molti i nomi “illustri” che danno una precisa idea della capacità di questa organizzazione di infl uenzare pesantemente la vita economica e politica del paese). Alla P2 si collega la crisi del governo Forlani (che aveva tergiversato prima di acconsentire alla pubblicazione della “lista”): lo sostituisce, in giugno, Spadolini con il Pentapartito. Dalla stessa TV, attraverso una lunga diretta, l’Italia segue con il fi ato sospeso la storia senza lieto fi ne di Alfredo Rampi, un bambino caduto accidentalmente in un pozzo.