LORENZO MONACHESI
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Croce Rossa in prima linea: "Dedico la mia vita agli altri. Dobbiamo ascoltare col cuore"

Rosaria Del Balzo Ruiti è presidente della sezione marchigiana dell’associazione "Post terremoto, si dovrà avere la premura di riportare la comunità in quei luoghi" .

Rosaria Del Balzo Ruiti è presidente della sezione marchigiana dell’associazione "Post terremoto, si dovrà avere la premura di riportare la comunità in quei luoghi" .

Rosaria Del Balzo Ruiti è presidente della sezione marchigiana dell’associazione "Post terremoto, si dovrà avere la premura di riportare la comunità in quei luoghi" .

"Ho deciso di volermi dedicare agli altri: oltre un quarto di secolo alla Croce Rossa di Macerata, il mondo dell’associazionismo è il leitmotiv della mia vita". Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della Croce Rossa delle Marche, è stata spesso a contatto anche con situazioni di disagio, di sofferenza, di solitudine tra le tante emergenze che si sono succedute nel tempo. "La Croce Rossa - spiega - è la più grande associazione del mondo, è attiva sui campi di battaglia, sugli scenari di difficoltà presenti nelle città, nei confini".

Lei è presidente della Croce Rossa delle Marche e lo è stata della sezione maceratese e della Fondazione Carima: cosa l’ha spinta a spendersi per gli altri?

"Solo ora mi rendo conto quanto l’educazione ricevuta sia stata fondamentale per le mie scelte. Mia madre era una dama di San Vincenzo e la accompagnavo quando portava aiuti economici a persone in difficoltà, mio padre mi ha insegnato che aiutare gli altri è la cosa più bella perché riceviamo una ricompensa enorme, un sorriso, una carezza".

Dedicarsi agli altri è stata una scelta naturale?

"Ho fatto anche scelte importanti, mi sono laureata in Giurisprudenza, poi ho iniziato a fare pratica quando mi sono presa dei mesi sabbatici per capire cosa volessi fare: ho deciso di volermi dedicare agli altri. Ho sempre cercato di dedicare parte del mio tempo al prossimo". Qual è l’aspetto positivo di essere sotto i riflettori e quale quello negativo?

"Ma io non mi sento sotto i riflettori, sono molto empatica, entro subito in sintonia. Capisco quanto sia importante aiutare e non mi tiro indietro".

Lei ha ricoperto incarichi spesso occupati da uomini, lei è un’eccezione o c’è altro?

"Ho spesso ricoperto ruoli di uomini ma quando entra una donna l’atmosfera cambia decisamente, poi quando gli uomini conquistano di nuovo quegli spazi si dice che si stava meglio prima".

Che effetto le fa quando sente parlare di quote rosa?

"Mi dà fastidio. Noi donne dobbiamo esserci in certi ruoli non perché siamo donne, ma perché abbiamo le capacità per occupare determinate posizioni. Noi abbiamo uno spirito di resistenza maggiore, una tenacia enorme, abbiamo un valore aggiunto, siamo grandi lavoratrici che non si scoraggiano ma vanno avanti".

Nel suo mandato alla Fondazione Carima quanti progetti sono stati finanziati?

"Tantissimi. Nei miei anni c’è stata un’incredibile accelerazione a sostenere il sistema sanitario con scelte ben precise. la caratteristica della mia presidenza non è stato dare denaro, ma fare monitoraggi sui bisogni e necessità. Tutto ciò vuol dire lavorare per il territorio, informarsi con i vertici sanitari, abbiamo preferito acquistare i macchinari e poi donarli: una filiera produttiva ed efficace".

Poi c’è stato il terremoto che ha lasciato profonde ferite.

"I segni sono ancora evidenti, sono preoccupata perché al di là di costruire le case si dovrà avere la premura di riportare la comunità in quei luoghi".

Restando sul tema terremoto, anche quello di Banca Marche non è stato da meno.

"È stato un problema magari anche più forte perché ha distrutto un comparto economico".

È capitato di essersi sentita esageratamente corteggiata perché il suo parere era determinante per un finanziamento?

"Sono molto concreta, devo innamorarmi di un progetto e lo faccio mio quando ne vedo la validità e gli effetti. Ho sempre ascoltato e valutato. Come presidente della Fondazione ho ripristinato un sostegno alla stagione lirica, un scelta giusta come cittadina e presidente della Fondazione. I mecenati non sono sponsor, sono figure che affondano le radici nella storia ed è grazie a loro che adesso possiamo godere di opere uniche. Il mecenate fa proprio un progetto, lo conosce, lo ama, lo condivide e lo porta avanti".

Qual è stato l’episodio più toccante vissuto alla Croce Rossa?

"Ai tempi del Covid, quando i negozi erano chiusi, sono venuta a sapere di una donna anziana con un figlio disabile che non avevano nulla da mangiare. Ho subito inviato a quella famiglia una pizza a domicilio e mi ha ringraziato con tanta gioia. A volte basta un gesto, magari banale per qualcuno, ma per chi lo riceve ha un valore enorme. La Croce Rossa è vicina alle famiglie in difficoltà".

Qual è la caratteristica del volontariato?

"Il vero volontario mette se stesso a disposizione dell’altro: deve sapere ascoltare con cuore, leggere tra le righe le esigenze e i bisogni. Sono felice che tutti ci conoscono per le ambulanze che corrono per le strade, è uno dei nostri compiti, ma la Croce Rossa è impegnata nel sociale, a stare vicino alle famiglie, ai giovani e ad alleviare le solitudini".

È ormai un tormentone: pensa che il suo nome verrà fuori tra i possibili candidati a sindaco?

"Veramente è già uscito fuori". Qual è stata la sua reazione?

"La Croce rossa regionale occupa le mie energie. Sono una persona che ama mettersi al servizio degli altri, tempo fa mi sono impegnata in politica che è mettersi a servizio degli altri, quando ero giovane mi occupavo di politica. Insomma, c’è una liason, ma io sto bene alla mia cuccia di Croce Rossa".