OTTAVIA FIRMANI
il Carlino: 140 anni di storia

La grande festa per il compleanno del Carlino ad Ascoli: Fioravanti punta sui giovani e Spazzafumo: “Ora la piscina”

I sindaci di Ascoli e San Benedetto nel chiostro di San Francesco gremito di lettori per i 140 anni del nostro giornale: “La cultura come motore ‘industriale’”

Ascoli Piceno, 1 luglio 2025 – Dalla realtà cittadina, ai nodi infrastrutture, passando per la giustizia, i pericoli e i giovani. Una giornata assolata, quella del compleanno ascolano del Resto del Carlino (lo speciale), che ha raccontato ai lettori, come fa da 140 anni, la realtà Picena a 360 gradi, con ospiti di spicco, parole dense di significato e momenti di riflessione.

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I sindaci di San Benedetto e Ascoli, Antonio Spazzafumo e Marco Fioravanti (foto Vagnoni)

Ad aprire le danze sul palco del chiostro di san Francesco, il primo cittadino ascolano Marco Fioravanti, che ha raccontato una città in movimento. «Vedo una Ascoli che diventa una fabbrica della cultura, con molti ragazzi che rimangono ma anche che tornano a vivere ad Ascoli con lavori legati alle nuove tecnologie e all’ambiente. Una città sempre più aperta all’esterno, con una crescita turistica di nicchia e di qualità, con la capacità di far vivere un’esperienza unica e irripetibile. La immagino così con la chiusura di tutti i cantieri».

La redazione del Carlino (foto Vagnoni)
La redazione del Carlino (foto Vagnoni)

Parola poi al ‘compagno’ rivierasco, il sindaco Antonio Spazzafumo che commenta positivamente la nuova presidenza della Ciip: «È stato un successo. Insieme a Marco Fioravanti ci siamo adoperati per una lista unica, con una visione comune. La figura scelta per la presidenza è quella giusta. Volevamo un cambiamento e ci crediamo: il territorio ne trarrà beneficio».

Fondamentale, per Spazzafumo, l’ascolto dei Comuni: «Tutti contano. L’obiettivo è ottimizzare i consumi e mantenere tariffe contenute».

Sulla piscina a San Benedetto, garantisce: «La vasca esterna tornerà in funzione entro fine mandato. Sto facendo pressione». E poi nodo Ballarin: «È stata una decisione sofferta, ma necessaria. Diventerà un parco cittadino tecnologico». «La priorità oggi sarebbe fermarsi». Non usa mezzi termini il procuratore capo Umberto Monti, voce autorevole con una carriera radicata ad Ascoli ma con esperienze anche nella martoriata terra siciliana. «Le ultime riforme sono una peggio dell’altra, fatta eccezione per la legge 69 del 2019, il cosiddetto codice rosso, che aveva coerenza e continua a dimostrare efficacia. Speriamo non venga stravolta».

Monti critica un approccio troppo approssimativo alla normativa penale: «Sembra una battuta, ma bisognerebbe davvero ricominciare da capo, ripensando il diritto penale in modo serio e smettendola di fare riforme su riforme. Si sbandierano pene altissime, ma poi si applicano sconti di pena che sembrano da discount».

Sul fronte della violenza, Monti sottolinea l’importanza del linguaggio: «Serve anche usare le parole giuste per raccontare i reati e chi li commette. Non sono ‘baby squillo’, sono ‘pedofili’». Importante, per il magistrato, è il rapporto tra giustizia e informazione: «Il sistema giudiziario applica la legge, ma deve essere possibile criticarlo. È un problema dei giornalisti e dei cittadini: la democrazia ha bisogno di qualcuno che dia fastidio. Dalla legge bavaglio ad altri provvedimenti, vedo una tendenza pericolosa. La libertà di stampa è un potere essenziale: che la stampa critichi, anche duramente, è fondamentale. Guai se ci fosse la tentazione di zittire». Monti lancia infine un allarme sul disagio sociale e sulla sicurezza: «I ragazzi girano col coltellino in tasca, il che è un fenomeno preoccupante, sintomo di una scarsa attenzione all’incolumità personale. Parlo non da magistrato, ma da cittadino: alcol e droga circolano liberamente tutta la notte. Non è accettabile che i locali restino aperti fino a orari assurdi». E conclude con una denuncia concreta: «Mancano risorse, strumenti, personale, strutture. Nelle forze di polizia non c’è ciò che serve per affrontare i problemi». Presenti per un saluto in un’occasione così imporntante anche il Questore di Ascoli, Aldo Fusco, e il Prefetto Sante Copponi.