
Il ciclista camerte sesto al Giro d’Italia a soli 21 anni: serio e scrupoloso, il suo punto di forza è la testa
"In tre giorni abbiamo percorso circa 2.500 chilometri per seguire il nostro Giulio Pellizzari nelle ultime tappe del Giro d’Italia". Sandro Santacchi, presidente onorario delle Frecce Azzurre, è stato tra i tanti presenti a Champoluc, al Colle delle Qfinestre e a Roma per seguire il ciclista camerte che, in questi giorni, è concentrato sugli allenamenti con la sua squadra Red Bull-Bora-Hansgrohe. "E naturalmente – aggiunge – siamo stati presenti sulla salita di Montelago, sulle strade di casa".
Santacchi, quali sono le prossime gare di Pellizzari?
"La classica di San Sebastian in Spagna e poi la Vuelta, le cui prime quattro tappe saranno in Piemonte e noi saremo presenti".
Ma non pesano tutti questi chilometri che percorrete per vederlo solo pochi istanti?
"Macché, anche se Giulio passa davanti a noi per circa dieci secondi, in quei frangenti lo incitiamo".
Cosa ricorda della tappa del Giro a Castelraimondo?
"La gioia di vederlo passare sulle strade di casa, in quel momento era a servizio del suo capitano (Primoz Roglic, ndr) e doveva proteggerlo. A Montelago era nelle prime posizioni e ci ha fatto un sorriso a 32 denti quando ci ha visto. Per l’occasione indossavamo una maglietta azzurra doveva avevamo scritto "Grazie Giulio" e avevamo preparato un gonfiabile con il suo nome: eravamo ben visibili".
Quanti sono gli appassionati che seguono Giulio Pellizzari?
"A Camerino non abbiamo un numero preciso, ma lo seguono tutti. È un ragazzo nostro e in un piccolo centro si crea tanto entusiasmo. Poi molti sono di Foligno dove ha iniziato la carriera e dove c’è il suo primo allenatore Massimiliano Gentili. Assieme a loro studiamo le varie iniziative per seguire Pellizzari".
Sono tutti del territorio?
"Ha appassionati in ogni posto, del resto su di lui sono fondate le speranze del ciclismo italiano".
Voi non siete un fans club, ma allora cosa siete?
"Siamo amici accomunati da una passione. A lui il fans club non è una formula gradita, lui è concentrato a pedalare e noi delle Frecce Azzurre abbiamo pensato di organizzare delle uscite per seguirlo, per incitarlo senza però avere una forma strutturata di un club".
E siete soddisfatti del sesto posto al Giro?
"Ma è incredibile quello che ha fatto. Innanzitutto non era prevista la sua partenza e la preparazione di inizio anno era improntata su altre manifestazioni. Poi, visto lo stato di forma, il suo capitano Roglic ha preteso che partecipasse al Giro. La prima parte di gara è stata al suo servizio, poi quando Roglic si è ritirato ha dato tutto ogni giorno facendo una serie di imprese. È stato eccezionale".
Dove può arrivare Pellizzari?
"Non lo sappiamo. La Red Bull ci punta per portarlo ai vertici del ciclismo, non dimentichiamo mai che ha 21 anni e ampi margini di miglioramento".
Sul piano tecnico, visto che è presidente onorario di una società ciclistica, qual è il punto di forza di Pellizzari?
"La testa. Diamo per scontato le doti atletiche, però a vederlo sembra che abbia sulle spalle 10 anni di esperienza sia sul piano tecnico che nell’interpretazione riuscendo a farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. È una qualità e lo aiuta a sapersi muovere nel gruppo. Lui è concentrato, serio e scrupoloso nella preparazione".
Quanto può dare al movimento ciclistico locale un giovane come Pellizzari?
"È una figura positiva per tutti, è sempre sorridente, attento attento alle richieste, è rimasto quello di sempre pur avendo raggiunto una certa notorietà".