
"La Romagna pretende di avere delle risposte. Bene il rapporto con Curcio . Presto un’assemblea pubblica a Forlì, la sua messa in sicurezza è una priorità".
Il precedente romagnolo alla guida della Regione Emilia-Romagna era stato Vasco Errani, spesso bersaglio di polemiche da parte dei forlivesi (a volte addirittura da sinistra). Michele de Pascale è stato aiutato nei suoi rapporti con Forlì dal fatto di essere stato sindaco della confinante Ravenna, quando ha instaurato un rapporto sorprendentemente buono con l’unico sindaco di centrodestra tra i capoluoghi romagnoli, Gian Luca Zattini, di segno politico opposto rispetto al suo. La Ravegnana, che unisce (o, storicamente, piuttosto divide) i due centri, è stato un progetto che negli ultimi anni le due città hanno cercato di portare avanti. Ancora senza una svolta per l’infrastruttura, ma quanto meno si è aperto un dialogo. In questo clima positivo oltre ogni campanilismo, de Pascale ha scelto Forlì per una delle sue primissime uscite da governatore. E sul suo tavolo in via Aldo Moro a Bologna ci sono anche alcuni temi cittadini.
Il primo non può non essere l’alluvione, emergenza che ha affrontato quando era ancora sindaco (nonché presidente della Provincia di Ravenna) e ora con un nuovo ruolo. "Per fortuna nel 2024 Forlì non è stata colpita da una nuova esondazione. Stiamo lavorando per presentare il sistema di interventi sul territorio, come fatto a Cesena. Per fortuna a Forlì non c’è quella tensione che si avverte a Faenza, una terra colpita in continuazione. Comunque la sua messa in sicurezza è la nostra priorità". E ricorda che la Romagna "pretende di avere risposte sulle opere da realizzare per avere un futuro più tranquillo". Di positivo c’è "il rapporto nuovo con il commissario per l’alluvione Curcio. Presto faremo un’assemblea pubblica, per raccontare come stiamo operando sul territorio: a Castelbolognese, nel Faentino, abbiamo inaugurato una cassa d’espansione frutto della presidenza Bonaccini. Ne servono altre".
Anche l’economia è stata messa alla prova durante l’emergenza: "Il sistema delle imprese ha mostrato capacità di reagire, basti pensare che in molti casi non è stata chiesta nemmeno la cassa integrazione. Però hanno imboccato la via crucis degli indennizzi. Adesso i soldi sono arrivati, ma non dimentichiamo che in tanti hanno ripristinato territorio e macchinari a proprie spese. Ora speriamo nelle nuove ordinanze del commissario Curcio".
Il secondo tema è quello su cui è tornato più spesso, l’aeroporto. Anzi gli aeroporti, al plurale, visto che la strategia di de Pascale prevederebbe un ruolo per ciascuno scalo emiliano-romagnolo, compreso il Ridolfi. "Abbiamo chiesto uno studio sul sistema aeroportuale regionale – conferma – per capire il limite di crescita del ‘Marconi’ di Bologna e sapere come intervenire. Purtroppo però non regge l’idea che le compagnie aeree si spostino come i carri armati del Risiko: decidono loro". Dunque non sarà la Regione a intervenire per distribuire il traffico aereo. Benché questa sarebbe la soluzione migliore per il Ridolfi, che con i voli di cui Bologna si è "rimpinzata" (l’ha detto il sindaco petroniano Matteo Lepore) troverebbe una stabilità. De Pascale frena: "Vediamo i risultati di questo studio. Di certo Rimini cresce mentre Forlì è in difficoltà. Diciamo che i cargo potrebbero aiutare il Ridolfi". Il riferimento più generale è a tutte le attività che Forlì può svolgere e che non sono strettamente collegate ai voli commerciali. Aspetti sui quali non c’è concorrenza in Emilia-Romagna.
Recentemente de Pascale è intervenuto sulla crisi dell’Irst di Meldola, sostenendo la prospettiva di farne il cuore di una rete oncologica ampia quanto la Romagna. E vede positivamente la candidatura di Forlì a capitale della cultura: "La città ha investito molto nella cultura e Cesena ben si integra con Forlì. Può essere un’occasione per rilanciare, rinnovare e rinforzare il sistema culturale romagnolo".
Marco Principini