
Il presidente della Regione: "Mai più impreparati ai cambiamenti, ma bisogna restare uniti. Qui una manifattura d’eccellenza da difendere. Il Gp? Una priorità farlo restare dopo il 2025". .
Il dopo alluvione, l’autonomia della sanità imolese, il Gran premio di Formula 1. Quando il caso locale si fa nazionale Michele de Pascale chiede sempre una "risposta d’impatto", come alla fine ha sempre fatto per tutta la sua storia politica, partita vent’anni fa. Una vita scandita ad attraversar le colonne del nostro quotidiano di 140 anni dalle province fino alle primissime pagine ora che è arrivato al suo sesto mese da governatore dell’Emilia-Romagna. E non è un caso che al telefono ancora adesso continui a darti del ’tu’ e se gli si chiede...
Come è cambiato nel tempo il suo dialogo con la stampa?
"Ho sempre cercato di tenere i rapporti a livello personale, trovo che ci si capisca meglio. Ho molto rispetto per il lavoro dei giornalisti, per la loro autonomia come ce l’ho per la mia, credo nelle relazioni dirette perché è più facile essere capiti che fraintesi. E’ una cosa utile a entrambi".
Saremo diretti anche noi. Perché l’Imolese è fra le terre più colpite dalle alluvioni di questi anni. Cosa ci hanno insegnato e cosa possiamo fare perché non accada ancora?
"Gli eventi climatici hanno cambiato radicalmente tutti gli ordini di priorità del nostro territorio. Tutti come comunità, in maniera autocritica è bene guardarsi un attimo indietro".
Perché ?
"Nelle cronache degli ultimi anni si parla tanto di infrastrutture, di ciò che si è realizzato. Molta meno enfasi c’è stata per le opere per la tutela del territorio. L’Emilia-Romagna ha una lunga storia alluvionale, e dagli anni ’40 a due anni fa abbiamo vissuto uno dei periodi più tranquilli di sempre. Ora, il tema delle alluvioni è tornato più forte che mai".
Cosa serve quindi?
"Una reazione d’impatto. In tutto questo c’è una lezione: le sfide epocali vanno affrontate assieme perché lo scontro non serve. Ora è diventato effettivo un decreto da parte del Governo che speriamo possa aprire una fase nuova, accorpando gli eventi del 2023 a quelli del 2024 in un’ottica di ricostruzione".
Lei viene da un territorio, quello del Ravennate, che per certi versi è molto simile a quello del circondario imolese, quali sono le priorità per questo tipo di luoghi?
"Premesso che resta prioritario il tema alluvionale, in questo momento siamo chiamati a difendere una vocazione storica della nostra regione come eccellenza manifatturiera. Imola è parte integrante del distretto ceramico per esempio. Nello scenario di oggi, con i costi energetici in rialzo, i dazi, serve una reazione forte perché l’Europa cambi le sue politiche industriali. Serve difendere la manifattura d’eccellenza anche a Imola, un anello fondamentale fra territori fondamentali".
Imola non è però solo manifattura, c’è un cuore che pulsa benzina al suo interno, chiamato Autodromo. A che punto sta nelle priorità del suo mandato?
"La Formula 1 e il suo rinnovo dopo l’edizione 2025 sono una priorità assoluta. Ma perché si raggiunga questo obiettivo, quello di tenere due Gp in Italia, deve esserlo anche per il Governo. Stiamo lavorando con il ministro Abodi (Sport e giovani, ndr), ci siamo attivati per creare tutte le collaborazioni possibili, con San Marino, con la Motor Valley e il motorsport. Il Governo si è dimostrato interessato, ora serve un’azione sinergica per portare a casa una battaglia che combatteremo fino alla fine. Perché Imola e l’Emilia-Romagna, per la sua tradizione e per ciò che è, merita il Gp più di tutti".
Imola si batte anche da sempre per l’autonomia della sua Ausl. Continuerete a impegnarvi in tal senso?
"E’ un impegno che ho preso in campagna elettorale e al momento non è in discussione. L’autonomia dell’Ausl diventa un valore nel momento in cui riesce a dialogare con più sistemi complessi come Bologna o la Romagna. Nelle scelte che faremo dobbiamo fare in modo che Imola lavori in squadra, formando un triangolo virtuoso e di relazioni sociali con i propri vicini, contando sul fatto che Montecatone è già un punto di riferimento nazionale".
Dalle sfide imolesi a quelle dell’informazione: qual è diventato il ruolo dei giornali locali come il nostro?
"I quotidiani svolgono una funzione fondamentale per la democrazia. Soprattutto quando seria e corretta, con giornalisti che ci mettono volto, nomi e cognomi. Ma anche opinioni, con la loro credibilità al servizio del territorio. Perché stiamo vivendo un calo sistematico delle affluenze elettorali, se non vi fossero le cronache locali non vi sarebbero nemmeno i diritti costituzionali dei cittadini di essere informati rispetto a scelte decisive".