
Il presidente Sabatucci Frisciotti Stendardi: percorso virtuoso dopo il caso Banca Marche "Il nostro patrimonio (oggi 84 milioni) è costantemente cresciuto. Così come le elargizioni".
"La Fondazione Carima è un ente non profit che opera per promuovere lo sviluppo sociale ed economico della provincia di Macerata e il benessere della sua comunità. Da oltre 30 anni la Fondazione contribuisce a sostenere progetti sociali, sanitari, educativi e culturali in grado di migliorare la qualità della vita di tutti, con un’attenzione particolare ai più deboli e al mondo del volontariato". A parlare è il suo presidente, Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi, che illustra anche i progetti in cantiere.
Presidente, qual è l’obiettivo della Fondazione Carima?
"Cerchiamo di accrescere la nostra capacità di intercettare le iniziative e i progetti che possono sovvenire alle tante fragilità delle persone e del territorio, cercando di essere vicini a quei soggetti (persone e istituzioni) che fanno più fatica a tradurre in azioni concrete i buoni propositi di pubblica utilità. Sotto il profilo più squisitamente gestionale, la nostra Fondazione ha il compito di preservare e far crescere, se possibile, il proprio patrimonio, oggi pari a 84 milioni di euro, continuando ad elargire risorse a vantaggio della collettività. Una sfida complessa e difficile, alla quale non ci siamo sottratti, che è stata sicuramente vinta negli ultimi anni perché la Fondazione, dopo le difficoltà conseguenti alla vicenda di Banca delle Marche, ha imboccato un sentiero virtuoso in cui il patrimonio è costantemente cresciuto e le erogazioni a sostegno del territorio hanno visto l’elargizione di un importo annuo pari ad oltre 2 milioni. L’obiettivo di lungo corso sarà quello di consegnare alle generazioni future una Fondazione strutturalmente più solida e sempre in grado di sostenere la propria comunità".
Le attività principali sul territorio?
"Attualmente i settori d’intervento della Fondazione si distinguono in "rilevanti" (volontariato filantropia e beneficenza; arte, attività e beni culturali, educazione, formazione e istruzione, salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa; protezione e qualità ambientale) e "ammessi" (sicurezza alimentare e agricoltura di qualità; sviluppo locale ed edilizia popolare locale). Ad esempio nel settore della salute pubblica, abbiamo recentemente completato un’importante campagna di donazione di apparecchiature sanitarie, concertata con l’Ast, che ha riguardato gli ospedali di Macerata, Civitanova e Camerino. Nel settore dell’arte e della cultura siamo sicuramente il principale "mecenate" della provincia; attraverso la formula dell’Art bonus sosteniamo il recupero di beni culturali e architettonici e teatri come lo Sferisterio. Inoltre siamo tornati di recente a percorre le cosiddette "strade della solidarietà" sostenendo le tante associazioni di volontariato che hanno necessità di rinnovare il proprio parco auto per servizi di trasporto sociale".
Progetti in cantiere?
"A inizio anno abbiamo costituito una Cer, comunità energetica rinnovabile, sul territorio. Da circa un anno stiamo sostenendo iniziative ricadenti nel Bonus ambientale, ovvero interventi ambientali contro il dissesto del territorio o lavori di sistemazione di parchi e aree verdi. Con un pizzico di orgoglio possiamo dire di essere a livello nazionale una delle poche fondazioni bancarie italiane che si è attivata in tale ambito. Sul fronte salute pubblica stiamo valutando la possibilità di attivare un progetto di telemedicina in accordo con le autorità sanitarie. Il target di riferimento è rappresentato dagli anziani che vivono nei comuni del cratere sismico. L’obiettivo è mantenere attive queste persone, prevenire eventi acuti invalidanti e contrastare il progressivo spopolamento delle aree interne".
Il rapporto con la stampa? E con il Resto del Carlino?
"Ottimo. Da anni è attiva una collaborazione molto proficua e utile per il nostro ente per far conoscere la nostra attività e stimolare le forze del territorio, compreso il mondo imprenditoriale, auspicando che le stesse diano forza alla nostra azione affiancandoci, ad esempio, in alcuni progetti ed iniziative di lungo corso. Si pensi ad esempio al vantaggio che la Fondazione e la comunità avrebbero se alcuni imprenditori del territorio sostenessero il Museo di Palazzo Ricci ovvero la collezione sul Novecento italiano, di nostra proprietà, che rappresenta per qualità e quantità degli artisti e delle correnti rappresentate un caso unico nel panorama nazionale. Il museo potrebbe in tal modo vivere quotidianamente aprendo i battenti tutti i giorni contribuendo ad arricchire l’offerta culturale e turistica della provincia. Auspichiamo che siano sempre più gli stessi beneficiari della nostra azione a divulgare i risultati dei progetti da noi finanziati; sarebbe un modo sicuramente più elegante e meno autoreferenziale per farci conoscere. Io sono un lettore di lungo corso del Resto del Carlino, non posso farne a meno; confesso di appartenere a una generazione che è poco incline all’uso del digitale, quindi sono più a mio agio con la versione cartacea, che acquisto quotidianamente. Sfogliare le pagine del giornale, passarle sotto le dita e annusare l’odore della carta appena stampata è per me, ancora oggi, un vero e proprio rituale".